E’ on-line l’articolo di Margaret Couvillon, ricercatrice dell’Università del Sussex.
L’articolo, pubblicato nello scorso numero di “the beekeepers quarterly”, la nota rivista inglese di apicoltura, è un vero e proprio atto di denuncia verso le multinazionali venditrici di prodotti chimici in Gran Bretagna.
La scienziata analizza le ultime ricerche che accertano i devastanti effetti degli insetticidi sistemici, e ne trae la conclusione che: la loro tossicità per gli impollinatori sia stata volutamente sottostimata nel corso degli anni.
Anche l’Inghilterra è vittima dell’uso sconsiderato di insetticidi sistemici e delle loro subdole consegenze.
Basta esaminare i dati proposti dalla ricercatrice.
In Uk solo nel 2010, quasi 76.000 kg di Thiamethoxam, Imidacloprid e Clothianidin sono stati sparsi su una superficie pari a 1.214.046 di ettari.
Le verdi colline inglesi si stanno pian piano riducendo in una grigia valle di lacrime.
Tale avvilente panorama per la scienziata M. Couvillon propone delle domande:
- Com’è possibile che questi prodotti, che ogni anno nel mondo sono responsabili della morte di 10 milioni di colonie d’api, siano ancora in commercio?
- Perché la ricerca “made in Uk” ha investito 10 milioni di sterline negli ultimi anni, dimostrando il suo interesse per tutto ciò che concerne il mondo dell’apicoltura, senza mai occuparsi degli effetti dei neonicotinoidi sulle api?
- Come mai le più importanti associazioni apistiche inglesi non hanno preso posizione, lanciando l’allarme?
In realtà rispondere a queste domande è più facile di quanto sembri; il solo Imidacloprid dall’anno della sua entrata in commercio, il 1992, ha fruttato alle case venditrici di prodotti chimici circa 20 miliardi di dollari.
Secondo l’autrice dell’articolo, per garantire questi lauti guadagni, è fondato ipotizzare che parte dei soldi siano stati “reinvestiti” per assicurare spazio commerciale a prodotti che altrimenti sarebbero stati vietati se fossero stati sottoposti a una corretta valutazione della loro pericolosità per api e ambiente.
Sempre secondo l’autrice, dal 2000 al 2010 il Bbka l’associazione nazionale di apicoltori e il Defra (Department for Environment, Food and Rural Affairs) hanno accettato grandi quantità di denaro da Bayer, Basf e Syngenta per avallare la non pericolosità dei nuovi insetticidi per le api.
Fenomeni analoghi a quanto già documentato anche da Unaapi.
Nel 2009, in seguito ai massicci spopolamenti di alveari in tutto il territorio europeo, il Governo inglese ha stanziato 10 milioni di sterline per risalire alle cause di queste morie.
Il Dottor Peter Campbell , uno dei responsabili del costoso progetto ha dichiarato: “le api sono importanti impollinatori per molte colture e per piante di ambienti naturali. Esse sono essenziali sia per la sicurezza alimentare, l’agricoltura sostenibile e l’orticoltura. Questa ricerca migliorerà sostanzialmente la nostra comprensione dei fattori che influenzano la salute delle api. Il risultato principale del progetto sarà uno strumento in utile agli apicoltori per migliorare la salute delle api.”
Nel contempo Governo inglese e British Beekeepers Association si sono affrettati a dichiarare che non vi sono prove che incolpino gli insetticidi neonicotinoidi del collasso delle api.
Le ingenti risorse stanziate sono state quindi utilizzate per un programma di ricerca che ha concentrato l’investigazione unicamente sulle altre possibili cause di stress.
Il “programma di ricerca” non ha, ad oggi, portato a nessun risultato.
Finché parte dei finanziamenti proverranno dalla Syngenta e finché a dirigere le ricerche ci sarnno personaggi come il dottor P. Campbell, dipendente di questa multinazionale, sarà difficile che i neonicotinoidi finiscano sul banco degli imputati.
P. Campbell da anni fa parte, infatti, del comitato di sorveglianza del Bbsrc (Biotechnology and Biological Sciences Research Council), in buona compagnia con il Bbka.{jcomments on}
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