Il rapporto ‘Segnali ambientali 2010’ dell’Agenzia europea dell’Ambiente scatta una ben preoccupante fotografia del fenomeno, attraverso dati e testimonianze. A dare l’allarme sono innanzitutto i segnali forniti da piccoli animali, api e farfalle.
Nel corso degli ultimi vent’anni, le farfalle in Europa sono diminuite del 60%, diverse specie di api selvatiche si sono già estinte in molte regioni, mentre in tutto il mondo le popolazioni sono decimate, a causa di pesticidi, acari, malattie.
Continua il declino delle api nel Mondo
Anche l’avvio del 2010 conferma drammaticamente il fenomeno mondiale del declino di vitalità e produttività delle api.
Negli USA ad esempio, dove la moria ha maggiore evidenza mediatica, l’ “inspiegabile” sparizione di alveari, negli anni più recenti, è così censita dal Ministero dell’Agricoltura (USDA), con impressionanti perdite percentuali annuali del patrimonio apistico nazionale: nel 2007 -32%, nel 2008 -36%, nel 2009 -29%, nel 2010 -33,8%.
Per molto tempo i potenti interessi economici in gioco hanno fatto di tutto per negare che fra le multifattoriali cause (cambio climatico, parassiti ecc…) del declino delle api nel Mondo sia determinate, e di certa possibile immediata modifica, quella di pratiche colturali agricole di pesante impatto con crescente uso di pericolosi pesticidi. In particolare per l’aumento e l’inarrestabile diffusione dei nuovi insetticidi a effetto sistemico persistente, con letale azione neurologica nel tempo.
Può dare misura di quanto questa nuova famiglia di pesticidi sia distruttiva di tutti gli insetti, solo ricordare come l’insetticida più venduto nel mondo, la molecola ad azione neurologica sistemica e persistente Imidacloprid, è 7.000 volte più tossico del famigerato DDT.
Un dato di fatto salta ora mai agli occhi anche dei più sprovveduti. La geografia del declino delle api coincide con l’affermazione del modello produttivo agroindustriale “avanzato”, basato tra l’altro sull’uso sempre più pervasivo e indiscriminato di nuove molecole di grande stabilità e di varia, subdola tossicità anche a dosaggi infinitesimali.
Nelle Americhe questo si coniuga con la disastrosa diffusione di colture OGM, che comportano tra l’altro, su immensi territori, l’impossibile sopravvivenza delle api per la totale mancanza pascolo e di biodiversità botanica. Da un lato quindi l’uso di insetticidi sistemici indebolisce le colonie d’api e favorisce sinergicamente l’avvento di patologie delle api, dall’altro intere zone del mondo vengono diserbate costantemente eliminando tutte le forme botaniche diverse da quelle modificate geneticamente per resistere al diserbante Rondoup, trasformando milioni di ettari in deserti della vita e della biodiversità.
Il crollo di sopravvivenza, di produttività delle api ha una elevata incidenza soprattutto in Canada, negli Stati Uniti, in Argentina, in Giappone e nell’ Europa (particolarmente in quella Occidentale, più “ricca” e con agricoltura più intensiva). Questo importante indizio sa a indicare, a chiare lettere, che gran parte degli attuali indirizzi produttivi hanno ben poco di “agricolo” e anzi sono totalmente incompatibili con i basilari cicli vitali naturali.
Non altrimenti è spiegabile come mai morte e spopolamento degli alveari colpiscono in modo particolare proprio i paesi e le aree geografiche più “sviluppati” e che utilizzano il mix proposto dalla 5 grandi Corporation che monopolizzano l’offerta mondiale d’agrochimica: nuovi insetticidi, OGM e diserbanti.
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