L’insetticida neonicotinoide Imidacloprid irrorato su meli in fioritura.
Siamo alle solite! Con metodica precisione, anche quest’anno nuovo e diffuso avvelenamento di oltre 300 alveari, in ampio comprensorio frutticolo della Valtellina. Lo scriteriato crimine ambientale, non è dovuto (come capita sempre più spesso) all’ uso irresponsabile di molecole di elevatissima e varia tossicità, da parte di qualche sprovveduto interessato solo ai suoi interessi immediati e indifferente…
…alle conseguenze e ricadute delle sue azioni, ma è conseguente alle precise e dettagliate indicazioni dei locali servizi di assistenza tecnica agricola.
Sono, infatti, state capillarmente diffuse dai “refenti tecnici ” istruzioni sia sul tipo di trattamento, sia sulla necessità di effettuarlo subito, con i meli ancora in fioritura e nonostante l’importante fioritura di tarassaco nei prati, non sfalciati, sottostanti le file dei fruttiferi.
Indicazioni “tecniche” quindi prive di qualsivoglia attenzione precauzionale. Effettivamente buona parte dei frutticoltori non si sono minimamente curati delle possibili conseguenze, ed è stata l’ennesima strage di api!
L’avvelenamento ha interessato un vasto areale e, secondo le prime segnalazioni pervenute, i Comuni più colpiti sono: Ponte in Valtellina, Chiuro, Tresivio, Poggiridenti, Castione Andevenno, Teglio, Postalesio.
Gravi sintomi di mortalità di api sono state rilevati anche a molti km dai meleti irresponsabilmente contaminati!
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La normativa nazionale (art. 4 legge 24 dicembre 2004 n° 313) e regionale è chiara: l’art. 11 della legge regionale 24 marzo 2004 n° 5 prescrive:
” È fatto divieto di effettuare trattamenti insetticidi e acaricidi:
a) sulle piante legnose ed erbacee dall’inizio della loro fioritura alla caduta dei petali;
b) sugli alberi di qualsiasi specie qualora siano in fioritura le vegetazioni sottostanti, salvo che queste ultime siano preventivamente sfalciate.
… la provincia competente per territorio provvede all’accertamento, all’irrogazione delle sanzioni e all’introito dei relativi proventi. La vigilanza sul rispetto del divieto è svolta dal personale del corpo forestale, dagli agenti di vigilanza in materia di caccia e pesca dipendenti dalle province, dalle guardie ecologiche, da quelle comunali nonché dagli agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria, che hanno facoltà di accedere in ogni momento alle colture per gli opportuni controlli.“

Peraltro quei referenti scientifici che cercano quantomeno di attenuare l’impatto ambientale dei trattamenti insetticidi, sono approdati alla conclusione d’indicare l’irrorazione con neonicotinoidi “solo nella postfioritura del melo, a completa colatura dei fiori, vale a dire con assenza completa dei fiori “. (vedi studio allegato, Discussione pag 31, PDF 0,5 MB)
Apilombardia ha immediatamente segnalato l’accaduto alle Direzioni Generali Agricoltura e Sanità della Regione Lombardia e all’Asl di Sondrio.
L’Asl ha effettuato numerosi campionamenti ufficiali di api e polline per le successive analisi.
I tecnici di Apilombardia stanno effettuando controlli sugli alveari per la quantificazione del danno economico subito dagli apicoltori.
Come è ormai dimostrato da numerosi studi scientifici i neonicotinoidi, che hanno un’azione neurotossica, agiscono principalmente compromettendo la capacità neuronali delle api che, di conseguenza, non riescono a ritornare all’alveare.
Le poche api che riescono a tornare rischiano di contaminare le varie matrici dell’alveare, provocando un indebolimento cronico nel tempo delle famiglie e impedendone la ripresa e lo sviluppo successivo.
Sempre più studi evidenziano i danni provocati da dosi sub-letali di pesticida, con effetti depressivi sulle difese immunitarie delle api prolungati nel tempo.
Ciò aumenta la possibilità, in aggiunta all’immediato squilibrio della colonia dovuto alla perdita di gran parte delle bottinatrici, di insorgenza di malattie batteriche e virali.
Apilombardia invita pertanto gli apicoltori delle zone interessate dalla grave contaminazione ambientale, a prestare la massima attenzione, nel corso della stagione apistica, sull’eventuale manifestazione di anomalie nello sviluppo o nello stato di salute delle colonie.
Apilombardia sollecita agli apicoltori la massima tempestività nell’individuazione dei fenomeni e la necessaria, tempestiva segnalazione ai tecnici dell’Associazione e al Servizio Veterinario dell’Asl.
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