Neonicotinoidi: nuovo stop in Italia su mais, mentre la Commissione Ue vuole stop su tutte le colture visitate dalle api.
Il Ministero della Salute italiano ha nuovamente prorogato, con Decreto del 25 gennaio 2013, fino al 30 giugno 2013, la sospensione dell’autorizzazione d’uso dei concianti sistemici sul mais.
A poche settimane dalla pubblicazione dello studio dell’EFSA sugli inaccettabili effetti di insetticidi neonicotinoidi per il trattamento delle sementi, le cui conclusioni scientifiche sono state definite ”inquietanti” dalla stessa Commissione Ue, il processo decisionale europeo si è finalmente avviato.
La Commissione europea ha proposto, al Comitato permanente Ue per la catena alimentare, di sospendere per due anni l’autorizzazione dei preparati insetticidi sistemici, concianti o granulari, su tutte le colture visitate dalle api.
Alcuni importanti paesi hanno espresso contrarietà rispetto agli indirizzi della Commissione Ue, ma questo ambito comunitario non necessita di consenso maggioritario. La prossima tappa del processo decisionale è stata fissata in febbraio.
“Riteniamo si debba sospendere per due anni l’uso di questi pesticidi per le colture che attraggono le api come mais, colza, girasole e cotone“, ha dichiarato il portavoce del commissario per la Salute, Frederic Vincent, “contiamo che il regolamento possa essere adottato prima di marzo e implementato entro luglio 2013“.
Il commissario alla salute Tonio Borg, aveva già sottolineato che ”la tutela della salute della popolazione delle api in Europa è di grande importanza non solo per il settore agricolo, ma anche per l’eco-sistema e l’ambiente nel suo complesso ”.
E’ un grande e positivo passo avanti, che persino la discussa agenzia ambientale, l’EFSA sia giunta alla radicale contestazione delle autorizzazioni concesse dalla Commissione europea e che questa stia avviando una difficile e problematica riconversione di 180 gradi in merito agli insetticidi oggi più utilizzati, ma che sollecita e richiede una riflessione che non può essere limitata al solo consesso agricolo e scientifico.
Rimangono aperti, infatti, molteplici interrogativi sia sotto il profilo delle capacità e autonomia delle procedure decisionali pubbliche e sia sull’affidabilità dei processi d’indagine scientifica.
• Come mai il decreto di sospensione del 25/01/13 del Ministero della Salute italiano afferma che: ” …le valutazioni dell’EFSA non permettono di escludere i rischi connessi all’impiego dei neonicotinoidi utilizzati per il trattamento delle sementi”?
Il rapporto dell’EFSA è pur parziale, cioè non analizza, ancora, altri possibili effetti e rischi, ma ha, al contrario di quanto afferma il Ministero della Salute, ha accertato rischi inaccettabili, non mitigabili, per l’esposizione delle api da: concia delle sementi; trattamento di colture visitate da api e impollinatori per raccolta nettare e polline; guttazione del mais (goccioline d’acqua emesse dalle piante) per trattamento con thiamethoxam.
• Come mai, essendo stata costretta a prendere atto dell’infondatezza e inaffidabilità delle sue precedenti valutazioni e quindi più che dubbie autorizzazioni, per queste potentissime molecole per il trattamento delle sementi, la Commissione Ue non decide di adottare la procedura precauzionale, ritirando tutte le autorizzazioni d’uso di queste molecole, in attesa di rassicurazioni scientifiche più adeguate e affidabili? L’utilizzo interrato di queste molecole è stato, infatti, a suo tempo presentato dai loro produttori come quello con minore impatto e con rischi ambientali assai contenuti. Non è sommamente imprudente che si continuino a spandere quantità sempre più crescenti di molecole potentissime: nell’aria con l’irrorazione spray, a miscelarle con l’acqua di fertirrigazione, che si possa continuare a somministrarle per endoterapia agli alberi, a trattare sistematicamente e variamente le culture viticole, frutticole e orticole?
• Come è possibile che si valuti inaccettabile il trattamento delle sementi delle colture visitate dalle api, e non si consideri congiuntamente e conseguentemente come il trattamento di sementi (anche delle colture che non interessano le api) sia tale da contaminare, con cumulo di contaminazione, il terreno stesso, rendendo disponibili queste molecole, ben persistenti sottoterra, alle culture consecutive a quelle trattate?
– Perché non sospendere quantomeno l’autorizzazione d’uso degli insetticidi killer d’api per: garden, giardinaggio e orticoltura familiare? Come è possibile che preparati, che implicano tali rischi ambientali, siano posti in libera e incontrollata vendita, laddove interesse e preoccupazioni non possono in alcun modo riguardare evntuali problematiche di produttività agricola e reddito degli agricoltori, ma solo il business delle multinazionali della chimica? Le due più importanti catene per Garden e Fai-da-te inglesi hanno subito compiuto un atto di responsabilità e prudenza: il ritiro dagli scaffali di tutti i prodotti a base di neonicotinoidi (vedi The Guardian e The Telegraph)
Questi solo alcuni, primi, interrogativi. Il Coordinamento Apistico Europeo, l’Unaapi e gli scienziati indipendenti non mancheranno di sviluppare e proporre all’Ue e agli stati membri tutte le puntuali considerazioni sulle ancora presenti e importanti carenze nell’approccio scientifico di valutazione del rischio connesso all’uso di sempre più potenti molecole pesticide.
Certo è che questo è oggi un nuovo e importante “caso di scuola” del difficoltoso accertamento degli effetti contaminanti, quando questi interagiscono con vari altri fattori ambientali (vedi tabacco, amianto, diossina, atrazina ecc.).
Rispetto all’oramai cronico e inarrestabile “declino delle api”, per anni potenti soggetti economici hanno condizionato – così come continuano a cercare di influenzare -l’accertamento di una precisa, individuata, individuabile e prioritaria causa.
Sono stati sollevati polveroni mediatici, con “studi” commissionati e realizzati da “ricercatori” alle dipendenze e/o condizionati da portatori d’interesse privati. Si è perseverato a basarsi, per le valutazioni pubbliche sulla pericolosità della chimica a uso agricolo, sugli studi realizzati da chi ha interesse a vendere le molecole. E intanto alle circostanziate denunce di apicoltori, associazioni, scienziati indipendenti si è per troppo tempo “risposto” con l’elencazione di tutte le possibili cause e con il netto privilegiamento di tutte le piste d’indagine di tipo sanitario/veterinario
E’ ora che sia condivisa la necessità e quindi urgentemente garantita una ben diversa trasparenza e adeguata valutazione dell’effettiva indipendenza delle fonti scientifiche di riferimento e/o dei vari e più che probabili conflitti di interesse.
Altrimenti i nostri poteri pubblici non potranno mai essere in grado di difendere beni comuni indispensabili quali: fertilità e biodiversità.
Emerge in tutta la sua evidenza quanto scelte di fondo di come e cosa produrre in agricoltura siano drammaticamente condizionate dagli interessi dei fornitori di mezzi tecnici (il gruppo delle multinazionali agrochimiche- le 7 Sorelle di molecole e OGM – che forniscono il 75% dei mezzi tecnici dell’agricoltura mondiale).
Altrimenti come negli USA, si persevererà a conciare e trattare la maggioranza dei semi di gran parte delle colture e ci si continuerà a chiedere: “chissà come mai circa il 40% degli alveari perisce ogni anno? Come mai non ci sono più i bombi e gli altri insetti utili?”.
Una risposta di futuro percorribile non potrà certo venire dai dispendiosi studi in USA per ottenere mandorli autofertili, che non debbano più dipendere dall’impollinazione degli insetti!
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