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Api / Agricoltura / Ambiente

Urgente fermare la diffusione di V. velutina

17 gennaio 2014

velutina capoUnaapi sollecita i diversi Ministeri a prendere provvedimenti urgenti per tentare l’eradicazione della Vespa velutina in Italia.

La V. velutina è un pericoloso predatore dell’ape, in grado di distruggere gli alveari e di arrecare danno a tutta l’entomofauna utile, con gravi conseguenze sull’agricoltura e l’ambiente, oltre che sulla frutta e l’uva in maturazione. Originaria della Cina e arrivata in Francia, zona di Bordeaux, probabilmente con un carico di vasi per bonsai nel 2004, lo scorso anno, è stata ufficialmente rinvenuta in provincia di Imperia e Cuneo.

Per bloccarne la diffusione e prevenire le conseguenze, è necessario intervenire subito.

Alcune considerazioni emerse durante il confronto di lavoro pubblico “Il calabrone asiatico, Vespa velutina: conoscerlo e combatterlo”, organizzato da Aspromiele e il DISAFA dell’Università di Torino, lo scorso 29 novembre 2013. 

· In soli 8 anni il calabrone asiatico è stato in grado di colonizzare, partendo dall’estremo ovest (Bordeaux), quasi tutto l’intero territorio francese arrivando a varcare i confini con Belgio, Spagna, Portogallo, Italia.

· I danni arrecati all’apicoltura sono significativi non solo per la cattura di api e la predazione degli alveari, sino alla loro possibile completa distruzione, ma anche perché in presenza del calabrone asiatico l’andirivieni di volo delle api si blocca e le api restano inoperose negli alveari. Riducendosi l’attività di importazione di nettare e polline ne consegue non solo una mancata produzione di miele, ma anche una compromissione dello sviluppo della famiglie di api e soprattutto del “servizio d’impollinazione” da loro reso ad agricoltura e ambiente. Gli alveari sono così più deboli e quindi ancor più suscettibili agli attacchi del calabrone asiatico.

· Gli apicoltori francesi lamentano perdite di alveari fino al 50% e, in presenza di un rapporto di 3 V. velutina /alveare, sono costretti a spostare gli alveari dalle postazioni attaccate. In gran parte delle regioni italiane tale possibilità di “fuga” risulterebbe impossibile stante la maggior antropizzazione, la presenza di ambienti inospitali per l’ape sia per motivi climatici (alta montagna), sia per la esagerata pressione chimica connessa all’impiego di pesticidi in agricoltura (areali viticoli e frutticoli).

· Le esperienze di lotta al calabrone condotte in Francia sono risultate del tutto inadeguate, tant’è vero che V. velutina in questi 8 anni ha praticamente colonizzato tutto il territorio francese e, comunque, risultano inapplicabili in Italia stante l’orografia del nostro territorio. L’esperienza francese di lotta si basa sostanzialmente su triangolazioni rese possibili con la cattura e successivo rilascio dei calabroni, in diversi punti, seguendone poi la direzione di volo.

· In Italia nel 2013 sono state segnalate le prime presenze di V. velutina in aree ben delimitate delle provincie di Imperia e Cuneo per cui è ancora possibile cercare di realizzare sia l’eradicazione, sia all’attivazione di una continuativa azione di monitoraggio per individuarne eventuali nuovi arrivi dalla Francia.

· L’esperienza francese e le relazioni presentate al convegno in collaborazione con DISAFA e ISPRA sottolineano come l’opera di eradicazione sarà possibile solo se affrontata tempestivamente a partire dai primi mesi del 2014. Se non s’interviene con la dovuta sollecitudine entro il prossimo anno, potrebbe essere poi praticamente impossibile frenare la successiva diffusione del calabrone asiatico nel resto del territorio italiano.

· Il DISAFA dell’Università di Torino, che da parecchi anni studia V. velutina ha, in collaborazione con il Politecnico di Torino, ha elaborato il progetto di una apparecchiatura che, basandosi su tecniche elettromagnetiche, consente di seguire il volo di V. velutina e di individuare l’ubicazione dei nidi, permettendone la successiva distruzione

Le richieste di Unaapi ai Ministeri italiani:

1) Definire a chi spetti la competenza dell’intervento su V. velutina (Agricoltura, Sanità, Ambiente) e se è possibile, oltre che auspicabile, agire congiuntamente.

2) Valutare l’attivazione e il finanziamento urgente, a partire dalla prossima primavera, di uno specifico piano territoriale di monitoraggio.

3) Valutare l’opportunità di finanziare immediatamente opzioni di ricerca per cercare di seguire il volo dei calabroni e quindi distruggere i nidi di V. velutina insediatisi sul territorio italiano, per cercare di eradicare tempestivamente V. velutina dal nostro Paese.

4) Autorizzare l’utilizzo dell’anidride solforosa per la distruzione dei nidi.{jcomments on}

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