Con il Decreto n.10080 del 24/09/2015 la Regione Calabria ha dato mandato al pagamento degli indennizzi alle aziende apistiche che nella scorsa stagione hanno subito l’incenerimento degli apiari nei quali era stata rilevata la presenza di Aethina Tumida.
Sono stati emessi mandati per complessivi 1.163.150 euro pari all’89% del valore totale stimato da rimborsare. All’appello mancano ancora circa 166.000 euro oltre gli eventuali interessi legali per ritardato pagamento.
Si è trattato per la Regione Calabria di una imprevista spesa straordinaria e questo ha ulteriormente rallentato il processo di rimborso. Infatti il meccanismo che normalmente regola il pagamento di indennizzi prevede che la Regione “anticipi” la spesa, successivamente il Ministero dell’Economia e delle Finanze rimborsa alla Regione quanto erogato prelevandolo dal Fondo nazionale sanitario dallo specifico capitolo dedicato agli indennizzi in zootecnica. In questo caso, trattandosi di un importo significativo non presente nel bilancio di previsione della Regione, l’amministrazione ha dovuto attendere il trasferimento degli importi dal ministero centrale, che peraltro non ha riguardato l’intero importo necessario.
L’indennizzo deliberato ha interessato circa 3600 alveari, per un importo medio di circa 350 euro a capo. La valutazione del danno ha comportato un valore stimato per famiglia di 180 euro, la rimanenza ha riguardato la stima periziata del valore delle arnie e attrezzature incenerite.
In merito al valore della famiglia questo è stato valutato a partire dai costi medi rilevati sul mercato da ISMEA, che nel periodo indicavano una media di 90 euro per sciame su 5 telaini. Solo grazie ad una precisazione di ISMEA, sollecitata dal Mipaaf e dall’Osservatorio Nazionale del Miele che fornisce i dati di mercato, si è chiarito che le famiglie in abbattimento erano da intendersi in produzione e quindi quantomeno di valore doppio a quello dello sciame commerciale (come anche da Unaapi auspicato e proposto).
Manca, perché non è di competenza della Sanità nazionale e regionale, il sostegno al mancato reddito, che pesantemente ha danneggiato (e ancora danneggia) le aziende locali. Nel merito occorre ricordare che un’eventuale attivazione di una misura di sostegno rientrerebbe nelle procedure riguardanti gli aiuti di stato per eventi eccezionali, lungo procedimento di complessa esecuzione e fortemente improbabile risultato positivo, che implica il benestare della Commissione europea.
In conclusione preme comunque sottolineare che, considerata la più che scontata e prevista scarsa/nulla efficacia della politica di eradicazione tramite incenerimento il significativo importo di denaro pubblico destinato a risarcire (giustamente) gli apicoltori, poteva, evitando o quantomeno limitando per tempo misure improvvide come i roghi, essere indirizzato a più efficaci misure di controllo e contenimento del parassita.
Ma una pragmatica scelta in questa direzione avrebbe comportato, ed ancora comporta, un maggiore e positivo coinvolgimento degli apicoltori e di competenze specialistiche, oltre che una maggiore e più attenta valutazione del bilancio costi/benefici.
Purtroppo anche in questo caso, come per la dichiarazione (che da più di un decennio si aspetta in gloria) della endemicità nazionale della varroatosi, si conferma l’affermazione: “Non capisce, ma non capisce con grande autorità e competenza.”
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