Subscribe Now

Trending News

Sanità dell'alveare

Aethina: intervista al prof. Hood

10 ottobre 2014

2014-10-10 hoodIl CRT Patologie Apistiche Unaapi ha contattato, in collaborazione con Francesco Colafemmina di Apitalia, l’Associazione degli Apicoltori della Carolina del Sud (South Carolina Beekeepers Association), uno degli stati USA in cui Aethina tumida sviluppa le popolazioni più consistenti. Il direttivo dell’associazione ci ha posti in contatto con il Professor William M Hood, docente emerito presso la Clemson University ed esperto apidologo, cui abbiamo potuto porre alcune domande.

Professor Hood, qual è stato l’impatto dell’arrivo di Aethina sugli apicoltori professionisti alla fine degli anni ’90?
Aethina tumida ha avuto un forte impatto sulle grosse aziende apistiche in alcune zone del sud-est degli USA quando è stato identificato per la prima volta nel 1998, benché abbiamo le prove che fosse presente nella zona costiera del Sud Carolina almeno dall’estate del 1996. Le perdite sono state causate dall’infestazione che ha portato a morte le colonie, con conseguente distruzione delle attrezzature, perdita di produzione di miele e danni derivanti dai mancati servizi d’impollinazione. Il problema maggiore era che non avevamo idea di come controllare questa nuova avversità delle api. Dopo quasi 18 anni abbiamo fatto molti passi avanti nelle raccomandazioni su come gestire questo parassita.

Qual è il peso dell’Aethina sull’apicoltura oggi?
Il coleottero continua a costituire un’avversità significativa nel sud est degli USA, specialmente quando le condizioni climatiche favoriscono la sua riproduzione, cioè quando le stagioni sono calde e piovose. Queste condizioni consentono all’insetto di compiere più cicli riproduttivi, a volte anche 3 o 4 per stagione. Comunque la varroa rappresenta un problema di gran lunga superiore rispetto a Aethina.

Ci sono aree considerate oggi inadeguate all’apicoltura a causa del coleottero? Ci sono specifici raccolti evitati dagli apicoltori perché in aree di proliferazione dell’Aethina?
Non mi risultano aree che siano ad oggi inadeguate per l’apicoltura in seguito alla presenza del coleottero. Agli inizi, verso la fine degli anni ’90, vi erano aree che costituivano terreni di facile sviluppo dell’Aethina a causa del mancato controllo della sua popolazione da parte degli apicoltori. Questo valeva per alcune delle nostre zone costiere. Ma oggi non è più così.

Come si sono adattati gli apicoltori alla coesistenza? Come vengono gestiti gli apiari, i nuclei di fecondazione? E come i laboratori? Ci sono laboratori attrezzati per il trattamento dei melari contro il coleottero?
Gli sforzi per ridurre l’impatto dell’Aethina sull’apicoltura, come ad esempio il semplice posizionamento degli alveari in pieno sole hanno fatto la differenza. La rapida rimozione delle colonie collassate per infestazione da Aethina e il trattamento del terreno sono un altro esempio. Naturalmente serve una maggiore attenzione riguardo ai nuclei e ai mininuclei di fecondazione che spesso sono stressati, la qual cosa causa la riproduzione di Aethina se si presentano le giuste condizioni. Per quanto concerne il controllo del coleottero nei laboratori di smielatura, la bassa umidità e la bassa temperatura nel laboratorio possono aiutare, ma tutto sommato il modo migliore per gestire il laboratorio è estrarre tutti i melari entro 2-3 giorni dall’arrivo. Il problema è che le larve vengono spesso portate in laboratorio con i melari di colonie infestate. Le larve se non sorvegliate possono non solo distruggere l’attrezzatura ma far fermentare il miele.

Che tipo di trappole sono usate dagli apicoltori “commerciali”? E soprattutto si usano trappole?
Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere visto che ci sono così tante trappole in uso. No, molti apicoltori negli Stati Uniti non usano trappole. Ad esempio le aziende che fanno impollinazione o produzione all’ingrosso di miele e che tengono le api in continuo movimento sembrano avere meno problemi di coleotteri. Loro semplicemente spezzano il ciclo riproduttivo dell’Aethina lasciandosi dietro le pupe nelle postazioni che abbandonano man mano che prosegue la stagione. Gli apicoltori stanziali (piccole aziende o produttori di regine e nuclei) hanno più necessità di usare le trappole. Ho sentito d’altra parte voci – e ho buone ragioni per ritenerle fondate – che parlano di apicoltori che usano pesticidi illegali (non registrati per il controllo dell’Aethina) in trappole poste negli alveari.

Gli apicoltori trattano il terreno degli apiari? Se sì in quali casi? Il trattamento con i nematodi entomopatogeni è utilizzato?
Si, alcuni apicoltori trattano il terreno negli apiari, soprattutto gli apicoltori stanziali. Il Gardstar è l’unico pesticida registrato per il trattamento del suolo contro Aethina negli USA, per quanto ne so. Raccomandiamo di usare pesticidi solo quando l’Aethina è presente negli alveari, specialmente in caso di presenza di larve. Non ne raccomandiamo l’uso come misura preventiva. Abbiamo condotto anni fa (Delaplane, Ellis e il sottoscritto) alcune ricerche sull’uso di nematodi entomopatogeni nel terreno per controllare le pupe di Aethina e i nostri risultati non sono stati conclusivi. Serve maggiore ricerca sui nematodi. C’è comunque una società in Georgia che produce nematodi del ceppo che si nutre di larve di Aethina.

L’Aethina ha costituito una minaccia in particolare per attività apistiche di quali dimensioni: hobbisti, piccole o grandi aziende? E’ possibile praticare l’apicoltura biologica in presenza del coleottero?
Agli inizi l’Aethina rappresentava una minaccia per le attività apistiche di tutte le dimensioni, ma ora la minaccia è più concentrata sulle attività più piccole, i piccoli apicoltori stanziali. Ci possono naturalmente essere delle eccezioni a questa regola. L’apicoltura biologica sarebbe una vera sfida nelle aree più infestate, ma è comunque del tutto fattibile, visto che ci sono molti metodi di controllo non chimici disponibili per gli apicoltori.

Qual è il tasso di mortalità delle colonie in South Carolina?
Ho condotto una ricerca sulle perdite di colonie invernate qui in Sud Carolina circa 5-6 anni fa e il tasso di perdite si avvicinava al 25% annuo.

A suo avviso c’è la possibilità che gli Stati degli USA con una larga presenza di Aethina possano assorbire pacchi d’api e regine prodotte in Italia dopo la messa al bando da parte del restante mercato europeo?
Non saprei come rispondere a questa domanda. Probabilmente sarebbe una buona idea girarla alle nostre due organizzazioni apistiche nazionali (la American Honey Producers Association e la American Honey Bee Federation).

Ci sono differenze nella gestione degli alveari tra produttori di miele e aziende che traggono i loro maggiori ricavi dall’impollinazione?
No, non mi risultano differenze.

Ringraziamo Francesco Colafemmina per la fattiva collaborazione nella condivisione delle informazioni e nella traduzione dei testi.


Per saperne di più:

Aethina: il CRT Patologie Apistiche intervista Jeff Pettis

Aethina tumida: un video per spiegare cosa è e come si controlla

Monitoraggio di Aethina tumida: perché e come?

Un’altra peste delle api in Italia

Gruppo Facebook CRT Patologie Apistiche Unaapi

Il CRT Patologie Apistiche Unaapi ha contattato, in collaborazione con Francesco Colafemmina di Apitalia, l’associazione degli apicoltori della Carolina del Sud (South Carolina Beekeepers Association), uno degli stati USA in cui Aethina tumida sviluppa le popolazioni più consistenti. Il direttivo dell’associazione  ci ha posti in contatto con il Professor William M Hood, docente emerito presso la Clemson University ed esperto apidologo.

Professor Hood, qual è stato l’impatto dell’arrivo di Aethina sugli apicoltori professionisti alla fine degli anni ’90?

Aethina tumida ha avuto un forte impatto sulle grosse aziende apistiche in alcune zone del sud-est degli USA quando è stato identificato per la prima volta nel 1998, benché abbiamo le prove che fosse presente nella zona costiera del Sud Carolina almeno dall’estate del 1996. Le perdite sono state causate dall’infestazione che ha portato a morte colonie, con conseguente distruzione delle attrezzature, perdita di produzione di miele e perdite derivanti dai mancati servizi d’impollinazione. Il problema maggiore era che non avevamo idea di come controllare questa nuova avversità delle api. Dopo quasi 18 anni abbiamo fatto molti passi avanti nelle raccomandazioni su come gestire questo parassita..

Qual è il peso dell’Aethina sull’apicoltura oggi?

Il coleottero continua a costituire un‘avversità significativa delle api nel sud est degli USA, specialmente quando le condizioni climatiche favoriscono la sua riproduzione, cioè quando le stagioni sono calde e piovose. Queste condizioni climatiche consentono all’insetto di compiere più cicli riproduttivi, a volte anche 3 o 4 a stagione. Comunque la varroa rappresenta un problema di gran lunga superiore rispetto a Aethina.

Ci sono aree considerate oggi inadeguate all’apicoltura a causa del coleottero? Ci sono specifici raccolti evitati dagli apicoltori perché in aree di proliferazione dell’Aethina?

Non mi risultano aree che siano ad oggi inadeguate per l’apicoltura in seguito alla presenza del coleottero. Agli inizi, verso la fine degli anni ’90, vi erano aree che costituivano terreni di facile sviluppo dell’Aethina a causa del mancato controllo della sua popolazione da parte degli apicoltori. Questo valeva per alcune delle nostre zone costiere. Ma oggi non è più così.

Come si sono adattati gli apicoltori alla coesistenza? Come vengono gestiti gli apiari, i nuclei di fecondazione? E come i laboratori? Ci sono laboratori attrezzati per il trattamento dei melari contro il coleottero?

Gli sforzi per ridurre l’impatto dell’Aethina sull’apicoltura, come ad esempio il semplice posizionamento degli alveari in pieno sole hanno fatto la differenza. La rapida rimozione delle colonie collassate per infestazione da Aethina e il trattamento del terreno sono un altro esempio. Naturalmente serve una maggiore attenzione riguardo ai nuclei e ai mininuclei di fecondazione che spesso sono stressati, la qual cosa causa la riproduzione di Aethina se si presentano le giuste condizioni. Per quanto concerne il controllo del coleottero nei laboratori di smielatura, la bassa umidità e la bassa temperatura nel laboratorio possono aiutare, ma tutto sommato il modo migliore per gestire il laboratorio è estrarre tutti i melari entro 2-3 giorni dall’arrivo. Il problema è che le larve vengono spesso portate il laboratorio con i melari di colonie infestate. Le larve se non sorvegliate possono non solo distruggere l’attrezzatura ma far fermentare il miele.

Che tipo di trappole sono usate dagli apicoltori “commerciali”? E soprattutto si usano trappole?

Questa è una domanda alla quale è difficile rispondere visto che ci sono così tante trappole in uso. No, molti apicoltori negli Stati Uniti non usano trappole. Ad esempio le aziende che fanno impollinazione o produzione all’ingrosso di miele e che tengono le api in continuo movimento sembrano avere meno problemi di coleotteri. Loro semplicemente spezzano il ciclo riproduttivo dell’Aethina lasciandosi dietro le pupe nelle postazioni che abbandonano man mano che prosegue la stagione. Gli apicoltori stanziali (piccole aziende o produttori di regine e nuclei) hanno più necessità di usare le trappole. Ho sentito d’altra parte voci – e ho buone ragioni per ritenerle fondate – che parlano di apicoltori che usano pesticidi illegali (non registrati per il controllo dell’Aethina) in trappole poste negli alveari.

Gli apicoltori trattano il terreno degli apiari? Se sì in quali casi? Il trattamento a base di nematodi è utilizzato?

Si, alcuni apicoltori trattano il terreno negli apiari, soprattutto gli apicoltori stanziali. Il Gardstar è l’unico pesticida registrato per il trattamento del suolo contro Aethina negli USA, per quanto ne so. Raccomandiamo di usare pesticidi solo quando l’Aethina è presente negli alveari, specialmente in caso di presenza di larve. Non ne raccomandiamo l’uso come misura preventiva. Abbiamo condotto anni fa (Delaplane, Ellis e il sottoscritto) alcune ricerche sull’uso di nematodi entomopatogenici nel terreno per controllare le pupe di Aethina e i nostri risultati non sono stati conclusivi. Serve maggiore ricerca sui nematodi. C’è comunque una società in Georgia che produce nematodi del ceppo che si nutre di larve di Aethina.

L’Aethina ha costituito una minaccia in particolare per attivitò apistiche di quali dimensioni: hobbisti, piccole o grandi aziende? E’ possibile praticare l’apicoltura biologica in presenza del coleottero?

Agli inizi l’Aethina rappresentava una minaccia per le attività apistiche di tutte le dimensioni, ma ora la minaccia è più concentrata sulle attività più piccole, i piccoli apicoltori stanziali. Ci possono naturalmente essere delle eccezioni a questa regola. L’apicoltura biologica sarebbe una vera sfida nelle aree più infestate, ma è comunque del tutto fattibile, visto che ci sono molti metodi di controllo non chimici disponibili per gli apicoltori.

Qual è il tasso di mortalità delle colonie in Sud Carolina?

Ho condotto una ricerca sulle perdite di colonie invernate qui in Sud Carolina circa 5-6 anni fa e il tasso di perdite si avvicinava al 25% annuo.

A suo avviso c’è la possibilità che gli Stati degli USA con una larga presenza di Aethina possano assorbire pacchi d’api e regine prodotte in Italia dopo la messa al bando da parte del restante mercato europeo?

Non saprei come rispondere a queste domande. Probabilmente sarebbe una buona idea girarle alle nostre due organizzazioni apistiche nazionali (la American Honey Producers Association e la American Honey Bee Federation).

Potrebbero interessarti