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Sanità dell'alveare

Sedici apiari con Aethina: il punto della situazione

aggiornato 2 ottobre 2014
Nella giornata del 1 ottobre sono stati ritrovati ulteriori tre apiari infestati nell’area più meridionale delle ricerche, nei comuni di Gioia Tauro e Rizziconi, portando il totale degli apiari infestati a 16.20141001 Zoom20km ITA icon
Gli accertamenti del 1 ottobre fanno seguito al ritrovamento il 30 settembre di un apiario con forme larvali di un apicoltore di Rizziconi, quindi sono stati ispezionati gli altri apiari della stessa azienda. In tutti i nuovi casi sono state rinvenute larve, si stringe quindi il cerchio attorno all’origine dell’infestazione (caso 0)?

Il Centro di Referenza per l’Apicoltura presso l’IZS delle Venezie ha pubblicato l’elenco dei casi confermati. Con questi ultimi ritrovamenti la zona infestata si estende ormai su un’area di circa 60 kmq.
Verso nord, benché non si sia giunti a determinare il limite dell’area infestata, l’assenza di forme larvali fa supporre una diffusione più recente del coleottero.
Non è invece al momento chiaro il limite meridionale dell’area con tutte le forme di sviluppo del parassita, quindi infestata da più tempo.
In quest’area Aethina può aver compiuto diversi cicli riproduttivi, che spesso riesce a svolgere soprattutto a discapito di alveari deboli (es. i nuclei di fecondazione delle regine), e da lì essere partita per diffondersi, grazie alle notevoli capacità di volo dei coleotteri adulti, verso nord.
Le località interessate dal fenomeno sono molto importanti per il nomadismo sugli agrumi, ma vi operano anche aziende che commercializzano api (regine, nuclei ecc.). In base alla nota ministeriale diramata oggi, sono considerati a rischio elevato gli apiari che hanno effettuato nomadismo in Calabria o che hanno ricevuto materiale biologico vivo (regine, pacchi, nuclei) dalla regione Calabria nel 2014. In particolare il CRT Patologie Apistiche Unaapi esorta tutti gli apicoltori i cui apiari sono stati nell’area infestata o che hanno acquistato nuclei, pacchi o regine dalla medesima area a verificare attentamente l’eventuale presenza del coleottero nei propri apiari. Raccomandiamo di seguire la metodica illustrata nella nota ministeriale, avvalendosi anche dell’ausilio di bande diagnostiche in plastica alveolare (cfr scheda tecnica predisposta dal CRT Patologie Apistiche Unaapi).
ATTENZIONE abbiamo ricevuto la segnalazione di un errore nella nota ministeriale:

In relazione al protocollo di sorveglianza trasmesso ieri per la ricerca di A.tumida abbiamo potuto verificare l’esistenza di un refuso nel testo.

Mi riferisco a quanto riportato nella SCHEDA 2 “Criteri per l’attuazione di un piano di sorveglianza negli apiari che hanno avuto contattia rischio”

Al punto 2 “Campionamenti previsti in funzione dei livelli di rischio” nel testo sottostante a entrambi i due sottocapitoli “ rischio elevato” e “rischio medio” la parola APIARI DEVE ESSERE INTESA COME ALVEARI .

Ciò vuol dire che in ogni apiario controllato dovranno essere messe trappole nel 75% degli alveari e non nel 75%degli apiari

Per approfondire: Intervista a Jeff Pettis

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