Aethina. Report sulle posizioni ad Asti dei “responsabili” della veterinaria nazionale
All’annuale Convegno dell’Apicoltura Piemontese è stata rivista la scaletta originaria per fare spazio all’emergenza Aethina tumida. Il confronto tra i rappresentanti delle istituzioni chiamate a fronteggiare l’emergenza in Calabria, i veterinari pubblici della Regione Piemonte e i rappresentanti dell’apicoltura associata ha visto, tra momenti di tensione, la possibilità di uno scambio di vedute assai lontane, se non totalmente contrapposte.
Riportiamo qui i punti principali: (1) è in preparazione -senza alcun coinvolgimento del settore- un atto normativo che normerà le modalità per il controllo di Aethina e stabilirà gli indennizzi per gli apiari distrutti, (2) si prevede di autorizzare il CheckMite (strisce di cumafos) per un eventuale passaggio ad una strategia di contenimento senza distruzione degli apiari in Calabria, (3) in tutti gli eventuali focolai secondari si distruggeranno gli apiari per tentare di eradicarli precocemente, (4) è possibile che il miele per uscire dalle zone infestate debba essere sottoposto a refrigerazione, (5) c’è l’intenzione di implementare nell’anagrafe apistica registrazioni molto onerose ed inutili come i movimenti di ogni singola arnia e qualsiasi spostamento di materiale biologico tra apiari.
Quelli che seguono sono appunti di sintesi presi nel convegno, sono quindi possibili omissioni o fraintendimenti.
Il dott. Mutinelli (IZS Ve – responsabile del Centro di Referenza Nazionale per l’Apicoltura) ha presentato la morfologia e il ciclo vitale di Aethina, spiegando la diagnosi differenziale da altri piccoli coleotteri che si riparano nell’alveare come Carpophilus lugubris. Ha sottolineato che il coleottero può volare anche 10 km e svolgere il ciclo a carico di sciami selvatici, bombi e frutta, comunque la nutrizione delle larve sulla frutta matura ne determina uno scarso successo nella metamorfosi. Ha riportato i precedenti casi di invasione in USA e Australia: in entrambi i casi i coleotteri sono stati ritrovati quando ormai era presente da più di un anno e l’eradicazione non era più un’opzione. Il caso di Aethina in Portogallo nel 2004 è molto particolare: sono state trovate larve e uova in gabbiette di regine provenienti dal Texas. Le regine venivano controllate e inviate in apiario man mano che venivano controllate e nelle ultime regine controllate, con diverse già in apiario, sono state trovate le uova e le larve. Non sono mai stati trovati coleotteri in campo ma per precauzione sono stati distrutti l’apiario di destinazione delle regine ed un altro apiario a 5 km di distanza.
Attualmente in Calabria sono stati rilevati 47 casi di apiari con Aethina, di cui 4 con larve.
Mutinelli ha definito le misure intraprese come indirizzate alla “conoscenza ed al contenimento” del fenomeno (non ha usato la parola “eradicazione”), in linea con la normativa è l’istituzione di un’area di protezione di 20 km e di un’area di sorveglianza di 100 km poi estesa all’intera Regione Calabria..
E’ in corso un’indagine epidemiologica per accertarlo, ma si ha ragione di supporre che l’introduzione sia avvenuta a causa dell’acquisto illegale di regine o pacchi d’ape, si ritiene invece molto poco probabile l’arrivo tramite merci del porto.
Al termine dell’interveno è stato chiesto perché per Vespa velutina gli alveari muoiono almeno quanto per Aethina tumida ma per la seconda l’intervento delle autorità è stato immediato e sono state profuse tante energie, mentre la prima non sembra riguardare il Ministero della Salute? E’ evidente la differenza nella forma (Aethina è malattia denunciabile ai sensi del RPV e Vespa velutina no), ma dov’è la differenza nella sostanza? Inoltre il calabrone asiatico è un rischio per l’incolumità pubblica.
E’ stato risposto che Vespa velutina non è denunciabile e non è proprio una malattia ma un predatore che crea danni. Non è contemplata nei regolamenti, in tutto il mondo non sarebbe considerato un problema sanitario rilevante e sarebbe significativo che tutti abbiano avuto un approccio simile. (in Francia, l’unico paese finora invaso in buona parte del territorio. è stato inscritto nella lista dei pericoli sanitari di secondo tipo per via dei danni alle api nde). Aethina sarebbe denunciabile perché trasmettendosi con il commercio di api c’è un riflesso commerciale. La legge 218 prevede indennizzi solo per malattie denunciabili. Si tratta di specie alloctona e quindi è di competenza del ministero dell’ambiente.
Alla domanda su quali prodotti saranno resi disponibili per difendersi, Maroni Ponti risponde che essendo il CheckMite (coumaphos) autorizzato in altri Stati UE sono stati già compiuti dei passi per la futura autorizzazione per il controllo del coleottero.
Il dott. Maroni Ponti (Ministero della Salute – Direzione Sanità Animale e Farmaco Veterinario) ha presentato invece quanto è stato fatto e la strategia futura. Non c’era un piano di emergenza e quindi ci sono stati ritardi: ci sarebbe stata la necessità di organizzare meglio gli interventi sul campo.
Dacché il porto sembrava essere l’origine, ora si pensa che Aethina non sia arrivata dal porto ma per altra via, fuori dai controlli ordinari e che circoli nella zona già da diversi mesi. Si suppone che siano avvenute delle importazioni fuori controllo e che di fronte al problema i responsabili abbiano taciuto, forse perché consci di aver compiuto un illecito, e questo starebbe creando grandissimi problemi per l’intervento.
Nella zona focolaio viene movimentato un numero “spaventoso” di alveari. Ora c’è il divieto di movimentazione in uscita dalla zona. Il blocco in Calabria non si sa fino a quando durerà. Le api non possono uscire dalla Calabria, né per vendita né per nomadismo. Il dott. Maroni Ponti sottolinea che non si sa fino a quando sarà così e con quali criteri il territorio potrà essere eventualmente dichiarato indenne; se riuscisse l’eradicazione.
Finora non ci sono decisioni da Bruxelles, ma potrebbero estendere il blocco e renderlo più ampio. Non si può escludere che riguardi anche il miele. La speranza è di riuscire a tenerlo confinato dove è ora, nel raggio di 10 km, ma ci sono gli sciami selvatici, la frutta…
“Nessuno sa quale sia la strategia migliore da adottare”, perché siamo di fronte ad un caso unico al mondo. In quella zona si applica la distruzione e si controlla il focolaio di allarga di più di 10 km. Secondo Maroni Ponti alcuni apicoltori alle prime notizie avrebbero preso e se ne sarebbero andati a casa. E’ stata allertata la prefettura che però, avendo altre priorità, non ha avuto le forze per controllare le api. Mancano poi i dati dalle altre regioni: nessuno ci ha risposto per iscritto, al massimo è giunta qualche telefonata informale.
Secondo il ministero è fondamentale cercare i focolai secondari per fare una diagnosi precoce e procedere alla loro eradicazione, prima che sia troppo tardi.
Per il futuro è in cantiere un provvedimento ad hoc per la sorveglianza a livello nazionale.
Si adotteranno due strategie di intervento:(1) quando non più realistica l’eradicazione, l’adozione nel focolaio calabrese di una strategia di contenimento basata su trattamenti chimici e (2) una strategia di eradicazione dei focolai secondari.
Maroni Ponti sottolinea che di deve battere battere sul discorso della tracciabilità e quindi, anche se l’anagrafe ha incontrato problemi, devono esserci rintracci rapidi, un’informazione più puntuale su come viene fatto il nomadismo.
Visto il parere del CRN (IZSVE) se si passerà al contenimento si procederà all’importazione del coumaphos.
Ad una domanda circa l’opportunità di definire prima possibile i risarcimenti per i danni Maroni Ponti ha risposto: nel provvedimenti c’è incardinato anche il pagamento ai sensi della legge 218:è previsto nel provvedimento che tutto quanto viene distrutto venga ripagato. Per arnie ed altro materiale si prevede l’istituzione di una commissione ad hoc per la valutazione del valore. Il provvedimento sarà emanato tramite la Direzione Generale, non tramite il Ministro, per cui è rapido, ma deve passare tramite la Corte dei Conti e non si può assicurare che la corte dei conti approvi.
Non essendo Aethina nella lista delle malattie prioritarie per la UE non ci sarà cofinanziamento europeo ma si attingerà al fondo della legge 218. Il provvedimento sarà retroattivo per risarcire chi ha avuto gli alveari abbattuti in prima battuta.
Giovanni Guido (CRT PA Unaapi): la preoccupazione non è solo l’indennizzo, ma che fare dopo? Posso ricomprare le api? E deve le metto? La stagione è alle porte, a gennaio in meridione inizia. Bisogna arrivare al momento in cui si decide. 10000 regine sono partite da lì e sono andate in tutte le regioni italiane ed in metà della Francia. Idem per gli sciami. Gli apicoltori sono andati via dal focolaio quando il focolaio era già ufficialmente dichiarato ma ci è voluto un mese per pubblicare l’ordinanza della Regione Calabria.
La nostra proposta è di coinvolgere il settore nel processo decisionale. In Cecoslovaccia bruciarono 200000 alveari quando arrivò la varroa, con esiti… vogliamo seguire quel bel esempio?
Roberto Barbero (Aspromiele): per la quinta volta parliamo di anagrafe apistica, dello strumento legislativo se ne parla da 10 anni e adesso se ci fosse in 2-3 click si saprebbe dove sono gli alveari che sono stati a Gioia Tauro. Si deve passare dal bla bla bla all’azione.
Barbarino (Regione Piemonte): in Piemonte ci si è attivati per i rintracci di chi ha avuto contatti con la Calabria. Il primo ottobre abbiamo ricevuto la lettera del ministero, abbiamo la legge regionale e dal pdv normativo si possono fare controlli ma le leggi spesso sono disattese e i dati che abbiamo sembrano incompleti.
Abbiamo ricevuto dalle Asl delle risposte ma siamo in fase interlocutoria: le ASL contattano le associazioni per capire come intervenire con controlli più mirati e verificare se il Piemonte non fosse indenne. La nostra politica è partecipativa e di integrazione.
Rodolfo Floreano (AgriPiemonte Miele): facciamo chiarezza da subito sul blocco del miele e costruiamo già una opposizione tecnica. Dobbiamo costruire il percorso da adesso per evitare anche il blocco del prodotto.
Maroni Ponti: dalle zone dove c’è il problema il miele deve essere refrigerato. Sono le associazioni degli apicoltori che dicono sempre di avere sotto controllo gli apicoltori. Chi sa qualcosa dica come stanno le cose e così magari possiamo fare in tempo ad eradicare. Voi associazioni che avete sempre sottolineato la vostra capacità di controllo, è il momento di dimostrarlo.
Il dott. Pastore (Ministero della Salute – Direzione Sanità Animale e Farmaco Veterinario) parla di anagrafe apistica.
Il provvedimento è all’esame della Corte dei Conti, sono arrivate rassicurazioni informali sul fatto che dovrebbe passare e mi auguro che entro la fine dell’anno sia in gazzetta.
Polemicamente ricorda a tutti che c’è legge dello stato del 2004 che obbliga tutti gli apicoltori a registrarsi presso il servizi veterinari. Nel 2004 è stata istituita l’anagrafe apistica nazionale e sarebbe una “balla colossale” che non esista l’anagrafe.
Il DL 158 del 2006 obbliga alla registrazione gli apicoltori. Ci sono regioni in cui è sviluppato ma ci sono altre regioni in cui non è andati avanti.
Lo scorso anno c’è stata una visita dei Corte dei Conti europea. Si è illustrato cosa sta facendo il Ministero: hanno fatto osservare che il ministero non dovrebbe più lavorare sull’anagrafe: “se avete una legge del 2004 ora dovreste averli tutti registrati”.
Su Vespa velutina al Piano Integrato dei Controlli 2015-18 è stato aggiunto l’obiettivo strategico di filiera “miele e prodotti dell’alveare”, tutte le autorità competenti che afferiscono da tutti i ministeri siedono al tavolo. Quello è il luogo dove affrontare i problemi.
Per fare un’altra polemica ad oggi: noi come organismo centrale non abbiamo idea di come si movimenti il materiale biologico apistico. In questo manuale operativo risultano da registrare la compravendita di materiale vivo (registrazione contestuale) e gli spostamenti anche temporanei che determinano l’attivazione di un nuovo apiario o la cessazione di determinato apiario.
Non c’è obbligo di denunciare gli spostamenti tra apiari aperti. Questo comma è stato espressamente richiesto dalle associazioni ed è frutto di compromesso. Alcune associazioni hanno fatto forti pressioni politiche sugli assessori in Conferenza Stato Regioni e hanno preteso che non fossero registrate le movimentazioni.
Finché le cose vanno bene il problema non sussiste, ma il Ministero ha aggiunto una frase in cui con una semplice disposizione della Direzione Generale si possono variare le tipologie di movimentazione per le quali è prevista la registrazione in Banca Dati Apistica.
Quando entra un agente esotico deve esserci rintraccio immediato e quindi molto probabilmente sarà utilizzato il comma per registrare tutte le movimentazioni.
Altra misura che non si trova nel testo del manuale identificativo è che non c’è l’identificazione delle singole arnie, che è invece necessaria per l’analisi del rischio.
Sono state previste misure di semplificazione, una gestione informatica senza moduli cartacei, tutto è digitalizzato. L’aggiornamento sarà in tempo reale: nel decreto la figura dei proprietari, dei detentori, qualunque soggetto delegato e accreditato con smartcard/Carta Nazionale dei Servizi accedono alla banca dati, ma è previsto, per agevolare, l’accesso anche tramite smartphone.
Nel momento in cui entrerà in funzione il sistema la maggior parte degli apicoltori dovran solo confermare i dati e solo chi non è registrato dovrà finalmente registrarsi.
Una novità è la persona delegata: finora c’era la possibilità di delegare alcuni soggetti nelle anagrafi. Ora singole persone possono essere delegate con un meccanismo di delega chiaro e trasparente.
Deve esserci l’indicazione delle coordinate geografiche degli apiari.
Il Ministero dell’Agricoltura ha dichiarato che per i loro scopi è necessaria l’identificazione delle singole arnie e quindi probabilmente sarà implementata anche quella.
Piano nazionale integrato: ci saranno controlli su tutta la filiera. E’ un’opportunità perchè tutte le autorità competenti dovranno collaborare tenendo conto dei rischi. Dal punto di vista della sanità ci deve essere un sistema dei controlli con una specifica checklist si faranno i controlli nell’1%/anno degli allevamenti nei territori di competenza di ciascuna ASL, selezionati in base all’analisi del rischio.
Importante coordinamento dei controlli: le aziende agricole saranno sottoposte ad un solo controllo: andranno tutte le autorità che devono controllare in una volta sola e controlleranno tutto ciò che compete a ciascuna.
Vesco sulla identificazione della singola arnia: per piacere torni alla slide in cui mostra proprio le arnie Langstroth in cui numero solo il secondo corpo nido. Quando si sovrappongono due corpi, cosa che alle volte si fa anche con l’arnia dadant, cosa succede? L’identificazione dei contenitori oltre che inutile per la modularità dell’apicoltura razionale pone dei problemi insolubili: quando si dividono o uniscono due colonie cosa diventano?
Pastore: è ancora da decidere se lo faremo
Barbero è poi ritornato sul anagrafe: la numerazione di una singola cassa dal punto di vista biologico non ha senso e si possono riportare almeno tre esempi:
-si invertono famiglia forte e famiglia debole: le due famiglie hanno ciascuna le api bottinatrici di una famiglia e le api giovani e la covata dell’altra
– ci sono tre alveari, dall’alveare uno si tolgono 2 favi di covata che vanno nell’alveare tre: cosa diventa l’alveare tre? Alveare quattro? Alveare tre più uno?
– si cambia una regina: le api cambiano gradualmente: cosa diventa la famiglia?
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