L’Unaapi esprime al Ministero della Salute l’assoluta inopportunità d’adozione in apicoltura del “modello 4 “, che non può che generare e favorire ancor più la distanza che caratterizza gli attuali rapporti tra apicoltori e servizi veterinari.
Tale certificazione sarebbe solo formale e costosa, priva di ogni significato reale, se non quello di aumentare il gravame burocratico a carico degli apicoltori.
E’ necessario prestare particolare attenzione nel trasferire al comparto apistico regole e modelli predisposti e studiati per altre specie animali. L’Unaapi ritiene fondamentale, ai fini della costruzione di adeguate politiche veterinarie anche in apicoltura, avere conoscenza adeguata e aggiornata delle postazioni apistiche sul territorio e della movimentazione fra esse, intesa come presenza o meno di alveari attivi nelle stesse. Ma essere attinenti alla realtà dell’allevamento apistico e delle sue pratiche significa spostare l’attenzione dal singolo apiario/animale, per invece considerare adeguatamente come unità epidemiologica tutto l’allevamento afferente ad uno stesso allevatore, anche se dislocato in differenti postazioni sul territorio.
A questo riguardo, l’adozione della banca dati dell’anagrafe apistica nazionale, può, e deve, dimostrarsi lo strumento più adatto e più flessibile per una gestione adeguata, semplice e aggiornata in tempo reale degli apiari sul territorio.
Francesco Panella
Lettera al Ministero della Salute
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