Ricercatori di Rothamsted Research hanno identificato una mutazione che conferisce resistenza ai piretroidi. Il test messo a punto, che è alla portata di molti laboratori, secondo gli autori potrebbe permettere di riutilizzare i farmaci a base di piretroidi come tau-fluvalinate (Apistan®) e flumetrina (Bayvarol®) dove la resistenza è poco diffusa.
Già a partire dagli anni ’90 è stata accertata in Italia la resistenza al tau-fluvalinate (Milani, 1995). E’ stato anche verificato che dopo che gli apicoltori hanno abbandonato l’uso del principio attivo, la percentuale di varroe resistenti cala piuttosto rapidamente, riducendosi del 90% in 3 anni. Dopo 4-6 anni di non utilizzo sul territorio i piretroidi tornano ad essere molto efficaci (Milani et al., 2002). Le basi della resistenza non erano ancora state svelate: l’ipotesi della mutazione di un enzima detossificante non è stata confermata (Sammataro et al., 2005) e le mutazioni individuate sul canale del sodio da Wang et al. (2002), non riguardando il sito di legame dei piretroidi, è improbabile che siano la causa della resistenza.
Il lavoro recentemente pubblicato da su PLoS One da González-Cabrera e coll. (2013) identifica invece la mutazione di un singolo aminoacido nel sito di legame dei piretroidi, presente in tutti gli acari sopravvissuti all’Apistan® e solo nel 10% degli acari provenienti da apiari di controllo.
Gli autori propongono l’utilizzo del marker genetico per conoscere la diffusione degli acari resistenti, consentendo di tornare ad utilizzare prodotti come l’Apistan® laddove sono efficaci.
Non è noto però se in tutti i territori dove c’è resistenza questa sia dovuta alla mutazione identificata nel Regno Unito e quindi se il test proposto rilevi in qualunque luogo gli acari resistenti. Resta anche da valutare se, dato che le aziende hanno storie diverse in quanto ad utilizzo delle molecole, sia significativo un monitoraggio a livello territoriale, viceversa nell’apicoltura pratica prelievo ed analisi genetiche delle varroe a livello aziendale ben difficilmente sarebbero economicamente sostenibili.
Comunicato stampa del Rothamsted Research: A new tool for the management of Varroa mites in bee hives
Articoli simili:
- Ricerca. Effetti collaterali di Fluvalinate e Coumaphos.
- Ricerca. L’analisi dell’espressione genica evidenzia nuovi effetti collaterali di alcuni acaricidi.
- Ricerca. Con tau-fluvalinate aumenta la circolazione del virus delle ali deformi?
{jcomments on}
Potrebbero interessarti
Ricerca. Identificate molecole coinvolte nel meccanismo della “Varroa Sensitive Hygiene”
28 settembre 2012 Una ricerca appena pubblicata su Genome Biology identifica proteine specifiche, rilasciate dalle larve danneggiate da Varroa e…
USDA: regine difettose per gli sbalzi di temperatura nel trasporto e i patogeni
11 febbraio 2016 Le temperature estreme anche per poco tempo durante le spedizioni e alti livelli di patogeni possono contribuire…
Dinamica di popolazione della Varroa
Dinamica di popolazione della varroa Sulla base di quanto esposto riguardo al ciclo vitale risulta evidente che senza l’intervento dell’apicoltore la popolazione…
Timolo: scoperti effetti collaterali a lungo termine
11 marzo 2016 Un recente studio francese evidenzia effetti il trattamento con timolo sul comportamento delle api che si protraggono per…
Ricerca. Nuove scoperte sulla patogenesi e sulle reazioni difensive dell’ape verso Nosema ceranae
25 maggio 2012 Pubblicato su PLoS ONE il lavoro di un gruppo di studio internazionale che conferma l’azione immunosoppressiva di…
Antibiotici inutili contro la peste americana
20 ottobre 2008 L’U.N.A.API. scrive all’associazione deella trasformazione e commercializzazione del miele – Gruppo Miele, aderente all’AIIPA – per ribadire…