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Api / Agricoltura / Ambiente

Anche dal Lazio grandi preoccupazioni per l’uso di neonicotinoidi

3 giugno 2007

Carissimi amici e colleghi, sono un apicoltore professionale e volevo portare il mio contributo in merito alle notevoli preoccupazioni che l’utilizzo in agricoltura di nuovi principi attivi comporta per l’apicoltura.
La mia azienda è in Lazio e da oltre 10 anni si occupa d’impollinazione in serra e campo aperto di specie quali: susino, cocomero, melone, fragola e raramente di peperone.

Vivendo in una zona ad agricoltura intensiva, ho monitorato in questi anni d’impollinazione tutti i principi attivi pericolosi per le api.
Ricordo i primi anni in cui non c’era una adeguata conoscenza della pericolosità di certi p.a. e avevamo una moria d’api pari al 100% delle famiglie portate in serra per l’impollinazione.
Poi le cose sono migliorate: sfruttando le conoscenze in campo agricolo (sono un perito agrario e un laureando in agraria) ho iniziato ad avere incontri con gli agricoltori e ho fatto loro capire l’importanza e la pericolosità delle sostanze che usano, insieme a loro ho ideato calendari con modalità di somministrazione e ricercato dei prodotti innocui per le api, valutando insieme la necessità o meno di trattare con la presenza delle api o di aspettare il ritiro degli alveari.
Ma poi i problemi sono riemersi molto e più gravi.
Questi nuovi prodotti fitoiatrici, sono delle vere e proprie bombe in quanto sono trasportati all’interno della pianta e arrivano a permeare ogni organo della stessa.
Il problema grave è poi che i trattamenti fatti per via radicale possono essere accumulati nel terreno e dare problemi anche dopo che la coltura non è più presente; infatti se su quel appezzamento nascono altre specie nettarifere o pollinifere queste possono avvelenare le api anche dopo alcuni mesi dal trattamento sulla cultura precedente (effetto residuo).
Il problema grosso molte volte non è conseguente alle scelte dell’agricoltore, almeno nel caso dell’impollinazione, ma ai consigli “tecnici” (per meglio dire agli interessi) dei commercianti delle rivendite di prodotti fitoiatrici.
Queste persone sono portate a privilegiare solo il loro personale conto economico, più prodotti vendono più loro guadagnano perciò il più delle volte gli agricoltori sono delle ignare vittime di questo sistema basato sul consumo.
Per molecole di tale pericolosità al massimo potrebbe essere consentito l’uso solo in caso di necessità e al massimo potrebbe esserne autorizzata la vendita “controllata” solo dietro ricetta di un tecnico qualificato abilitato e non su suggerimento pseudotecnico di un venditore.
Altro aspetto importante è l’effetto residuo che (non bisogna trascurare) hanno queste molecole nel tempo. Considerate che l’Imidacloprid se somministrato per via radicale ha la capacità di fissarsi al terreno attraverso dei meccanismi non chiari ed è stato ritrovato su colture del ciclo successivo, come d’altronde succede per i preparati impiegati nella concia.
Gli agricoltori della zona in cui opero con l’impollinazione e con cui collaboro questi prodotti li usano solo per via fogliare e in assenza di api.
Da quest’anno abbiamo avuto nuovamente gravi casi d’avvelenamento di alveari portati in serra, da una indagine fatta, ho rilevato che alcuni casi di avvelenamento sono con elevata probabilità connessi all’utilizzo dell’Acetamipride del Thiacloprid.
In ogni modo anche alcuni fungicidi per l’Oidio sono risultati gravemente tossici per le api.
Spero che il mio contributo possa essere di utilità alla battaglia per la difesa delle api e soprattutto della qualità dell’ambiente.

San Felice Circeo 03/06/07
Guarino Tufano

Credo possa essere di qualche utilità conoscere meglio queste potenti armi e per ciò vi propongo la lettura della descrizione di alcune di queste tratta dal prontuario di Fitofarmaci a cura di Muccinelli.
Sono una classe d’insetticidi distinti in due sottoclassi a seconda del gruppo chimico che li caratterizza, e precisamente in Cloronicotinili e Tianicotinili.

CLORONICOTINILI

Principio attivo: ACETAMIPRID nome commerciale EPIK prodotto da Sipcam.
E’ un insetticida aficida sistemico indicato per la difesa delle colture frutticole, orticole, industriali, floricole ed ornamentali.
Campi di impiego: pomacee, drupacce, pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, melone, lattuga, tabacco, cotone, floricole e ornamentali.
Agisce per ingestione e per contatto su: afidi, aleurididi, tripidi, microlepidotteri minatori, dorifora e piralidi.
Manifesta un prolungato controllo degli insetti bersaglio ed una notevole rapidità d’azione, perciò i fitofagi colpiti muoiono poco dopo l’intervento.
E’ un prodotto dotato d’elevata sistemia che consente anche la difesa degli organi vegetali sviluppatisi dopo il trattamento. Dopo l’intervento è rapidamente assorbito dall’apparato fogliare e traslocato all’interno della pianta.
Avvertenze: sulle colture autorizzate non si devono superare le due applicazioni per anno. Il prodotto deve essere impiegato ad una distanza dai corsi d’acqua non inferiore a 40 metri per i fruttiferi, 10 metri per le orticole, 5 metri per le altre colture.

Principio attivo: IMIDACLOPRID nomi commerciali CONFIDOR 200 SL 17,8% , CONFIDOR OIL 0,48%, GAUCHO 350 FS 30,4%,GAUCHO 70 WS 66,5% di principio attivo.
E’ un insetticida sistemico impiegato contro afidi e aleurodidi.
Agisce per ingestione.
Insetti controllati: afidi, aleurodidi, cicaline, microlepidotteri, metcalfa, minatrice serpentina, tentredini, dorifora, altica, insetti terricoli.
Campi d’impiego: pomacee, drupacee, agrumi, orticole (pomodoro, melanzana, peperone, cocomero, melone, patata), tabacco, floricole, ornamentali, concia dei semi di mais e barbabietola da zucchero.
Presenta elevata sistemia acropeta; dopo l’applicazione è traslocata nella pianta mediante la corrente xilematica e può dalle radici, attraverso il fusto, raggiungere le foglie e quindi i fiori e frutti. E’ costantemente trasmesso dalle radici alle giovani foglie e a quelle in corso di formazione, mantenendo una concentrazione sufficientemente elevata dell’insetticida.
Oltre che dall’apparato radicale, è assorbito anche attraverso la cuticola fogliare, ma la traslocazione dalla foglia trattata ad altre parti della pianta è relativamente limitata, per questo con il trattamento fogliare, la vegetazione formatasi in seguito al momento dell’applicazione non risulta sufficientemente protetta.

Principio attivo: THIACLOPRID nome commerciale CALIPSO 40% di p.a.
E’ un insetticida sistemico che manifesta un’elevata efficacia contro alcuni lepidotteri carpofagi, quali Cydia pomella, Cydia Molesta e Anarsia lineatella. Risulta attivo anche contro i microlepidotteri minatori (Phyllonorycter blancardella, phyllonorycter corylifoliella, leucoptera scitella) e altri insetti. Campi di impiego: pomacee, drupacee, orticole ( pomodori, melanzana, peperone, cetrioli, zucchino, melone e cocomero), floricole e ornamentali.
Nelle piante trattate manifesta un comportamento sistemico, muovendosi in direzione acropeta, ed anche translaminare; tali caratteristiche gli consentono di colpire efficacemente target difficili come i lepidotteri e di proteggere i germogli anche quando sono nelle fasi di crescita veloce.
Agisce per contatto e ingestione e si caratterizza per la sua flessibilità d’impiego e ciò sia per la sua azione ovicida , che per quella larvicida. Per tali ragioni può pertanto essere applicato sia precocemente, come un chitinoinibitore, che più tardivamente, come fosforganico.
Evidenzia una prontezza d’azione che rende minimo il vagabondaggio delle larve e una durata d’efficacia di circa
12-14 giorni in funzione dell’entità della popolazione fitofaga.

TIANICOTINILI

Principio attivo: THIAMETHOXAM nome commerciale: ACTARA 25 WG; CRUISER 350 FS AL 29,9% di p.a. , CRUISER 70 WSBN al 70% di p.a.,..
N.B. è uscita una nuova formulazione a base di Thiamethoxam ACTARA PLUS qui non descritta.
E’ un insetticida sistemico che agisce per contatto e soprattutto per ingestione, particolarmente indicato per il controllo di numerosi insetti.
Campo d’impiego: agrumi, melo, drupacee, orticole (cocomero, cetriolo, melone, peperone, pomodoro, melanzana, lattuga,patata, zucchino), tabacco, floricole, ornamentali, vivai di arboree ed arbustive, orticole e ornamentali, concia dei semi di mais, barbabietola da zucchero,cotone e tuberi di patata.
Nelle applicazioni fogliari dopo l’assorbimento del prodotto da parte delle cere epicuticolari e dei tessuti parenchimatici, si localizza dapprima negli spazi intercellulari, poi penetra nelle cellule delle foglie attraverso la parete per sostare nel citoplasma.
Manifesta un’attività translaminare; infatti, applicatosi una sola lamina fogliare è in grado di penetrare nella foglia, di raggiungere la lamina opposta e qui di controllare i litofagi eventualmente presenti. In seguito, grazie alla sua azione sistemica, entra rapidamente nel circolo xilematico essendo trasportato, in poche ore in modo uniforme, in senso acropeto, in tutte le parti della pianta.
Nelle applicazioni al terreno è efficacemente assorbito dalle radici e traslocato in tutti gli organi della pianta. I trattamenti al terreno eliminano le eventuali perdite per dilavamento delle foglie e per fotodegradazione che si possono avere con gli interventi fogliari.
È efficace contro tutti gli stadi di sviluppo degli insetti, ad eccezione delle uova.
Dopo l’assorbimento del prodotto da parte dei fitofagi questi, per il particolare meccanismo d’azione della sostanza attiva, compiono movimenti scoordinati, manifestano tremori, paralisi ed infine muoiono.

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