Subscribe Now

Trending News

Api / Agricoltura / Ambiente

Documento Unaapi con le proposte per la nuova Politica Agricola Comune

4 marzo 2011 inglese_18x12 francese_18x12 spagnola_18x12
logho pacGli apicoltori italiani partecipano in modo convinto con una propria organica proposta alla grande riflessione che si è aperta in sede comunitaria sul futuro della politica agricola comune. Condividono la necessità di coniugare le nuove politiche agricole con le principali sfide che il nuovo millennio pone all’umanità tutta.

 

In particolare l’Unaapi ritiene che siano da considerarsi come obiettivi prioritari:

  • una gestione degli spazi rurali rispettosa degli equilibri ambientali nonché della salute della flora e della fauna selvatica
  • una gestione delle attività agricole mirata a una immediata eliminazione delle pratiche che contribuiscono agli evidenti squilibri delle condizioni climatiche
  • la sicurezza alimentare delle popolazioni europee
  • il superamento delle instabilità del mercato mondiale delle derrate alimentari provocato dalle speculazioni delle holding finanziarie
Per questo l’Unaapi ritiene che sia da mantenere l’attenzione prioritaria nelle politiche comunitarie al comparto agricolo e che, sarebbe un grave errore di prospettiva il ridimensionamento del budget comunitario dedicato all’agricoltura.

Anche nella considerazione che il costo della politica agricola comune, pur rappresentando oggi il 41% del bilancio comunitario, è pari solo allo 0,5% del Pil complessivo europeo, ben al di sotto delle percentuali di sostegno dedicato alle politiche agricole da parte dei paesi del nord del mondo. La media del sostegno all’agricoltura nei paesi dell’Ocse ad esempio oscilla negli ultimi dieci anni fra l’1 e 1,5% del Pil.

Proponiamo inoltre che l’ape e l’apicoltura, con lo stato di salute degli insetti selvatici pronubi, siano assunti quali strumenti di misura della salubrità dell’ambiente rurale, nonché del valore e del rispetto ambientale delle attività agricole, e quindi fattore qualificante della capacità di azione, in termini di sostenibilità e di salvaguardia dell’ambiente, da parte della futura politica  agricola comune.
 

Principali sfide da affrontare a medio e a lungo termine

  • Preservare e sviluppare, la capacità produttiva dei vari mieli per arrivare all’autosufficienza, tenendo nel debito conto la crescita di consumo di prodotti dell’alveare che si registra da alcuni anni nella domanda mondiale.
  • Aumentare l’orientamento produttivo a fini economici dell’apicoltura e favorire le sinergie con gli altri settori di produzione agricola, facendo sì che l’apicoltura diventi uno degli strumenti dello sviluppo di pratiche agricole durevoli e sostenibili.
  • Stabilizzare il reddito dei produttori apistici, limitando nel contempo la volatilità del mercato dei prodotti apistici, soprattutto sostenendo gli apicoltori nel far fronte ai crescenti problemi sanitari e ambientali.
  • Rafforzare la qualità e promuovere la diversità delle produzioni apistiche nazionali presso i consumatori, incrementando nettamente qualità e quantità dei controlli sui prodotti apistici, in particolare dei prodotti introdotti sul mercato europeo, per il prioritario contrasto di frodi e adulterazioni.

 

1° pilastro della PAC

Mantenere, sviluppare e rafforzare i programmi triennali di aiuto comunitario dopo il 2013.
Sviluppare in modo più concreto politiche di orientamento e sostegno della organizzazione economica della filiera. Per questo è indispensabile che nel nostro paese siano meglio determinati, sia a livello nazionale che regionale, i criteri per verificare il grado di rappresentatività delle associazioni apistiche per attivare e gestire efficaci azioni di assistenza tecnica, formazione e aggiornamento professionale.

 

2° pilastro della PAC

Devono continuare a poter essere beneficiari degli aiuti gli apicoltori che derivano una parte significativa del loro reddito dall’attività apistica. Appare ingiustificabile la soglia di “150 alveari” arbitrariamente stabilita dall’Unione Europea per qualificare la “professionalità” degli apicoltori.

  1. Attivare misure agroambientali specifiche per il settore apistico.
  2. Promuovere misure agroambientali che incentivino gli agricoltori a privilegiare la rotazione e la varietà delle colture, tali da consentire una effettiva e durevole limitazione nell’utilizzo di fitofarmaci e diserbanti; come ogni altra misura tesa a favorire l’alimentazione e l’incremento di insetti impollinatori ( ad es. con maggiori  contributi per chi attua scelte colturali e di difesa fitosanitaria compatibili con pronubi e biodiversità).
  3. Aiuto alle colture fonti di polline e di nettare per le api – rilanciare e sostenere in particolare le colture oleaginose e fonte di proteine sul territorio nazionale.
  4. Incentivazione alla selezione e all’utilizzo di sementi di cultivar botaniche selezionate anche sotto il profilo della buona resa in potenziale  nettarifero e pollinifero.
  5. Salvaguardia e buona gestione delle praterie permanenti ricche di specie mellifere.
  6. Nelle misure atte a sostenere la forestazione privilegiare l’impianto di specie nettarifere. Tenere in conto nella gestione delle foreste e della  produzione di bio masse delle possibili produzioni apistiche collegate.   
  7. Attivare un programma “Sopravviveva e presenza durevole degli impollinatori” che preveda incentivi agli agricoltori che aderiscono a piani di sostegno agli impollinatori, che allevino o che favoriscono l’istallazione duratura di alveari nella loro azienda, in zone critiche (definite da Regioni e P.A.), in cui è difficile garantire continuativa sopravvivenza e presenza di alveari.
  8. Incrementare l’attività, l’efficacia e il coordinamento (tra istituzioni statali, regionali, ricerca, università ecc…), nonché l’informazione e il coinvolgimento del mondo agricolo nella lotta alle patologie/parassiti delle essenze botaniche diffuse nel territorio nazionale, con particolare attenzione ad alcune emergenze , quali ad es.: cinipide del castagno, psilla dell’eucalipto,  punteruolo rosso delle palme ecc…,  garantendo l’adozione di scelte di lotta fitosanitaria compatibili alla sopravvivenza degli insetti impollinatori.

Altre misure: 

  • Promozione attiva, (ad es. stipula di accordi collettivi), con incentivi all’utilizzo d’api per servizio d’impollinazione, con la condizione che gli alveari sopravvivano e rimangono attivi successivamente all’impollinazione.
  • Misure normative “valorizzazione sul mercato”  sviluppo di strumenti che forniscano informazioni pertinenti, regolari e affidabili (sviluppo di statistiche).
  • Rendere permanente la rete di monitoraggio dello stato produttivo degli allevamenti apistici  anche per misurare l’impatto delle misure volte a promuovere la biodiversità.

Miglioramento delle norme di produzione:

  • definizione normativa di tutti i prodotti dell’apicoltura: polline, pappa reale, propoli, veleno d’ape.
  • Facilitare il ricorso degli apicoltori a una valorizzazione delle loro produzioni nell’ambito delle denominazioni qualitative europee.
  • Etichettatura dei prodotti – estendere obbligo di dichiarare l’origine della produzione (paese d’origine), attualmente previsto per il solo miele, per tutti i prodotti alimentari dell’apicoltura (polline, pappa reale e propoli), specificando la distinta origine anche ; nel caso di miscele di questi prodotti provenienti da differenti paesi.
  •  Rafforzare i controlli sulle frodi e l’adulterazione dei prodotti apistici.

{jcomments on}

Potrebbero interessarti