Dopo la pesante sanzione (oltre 20.000 Euro), fatta in Toscana, a un apicoltore associato all’A.R.P.A.T. e a Conapi, “colpevole” di “detenzione e somministrazione alle api di… preparato galenico a base di acido ossalico”, si è realizzato un primo importante confronto con l’autorità di riferimento a livello regionale (che svolge anche ruolo di referenza e coordinamento nazionale delle attività veterinarie regionali).
Il 29 dicembre a Firenze quindi, a seguito di motivata e pressante richiesta associativa apistica, si sono svolti due incontri con il responsabile del Settore Medicina Predittiva-Preventiva della sanità regionale toscana, dott. Andrea Leto.
Al confronto hanno partecipato Andrea Terreni in qualità di Vicepresidente di U.N.A.API., Duccio Pradella e Vanni Floris, rispettivamente Presidente e Direttore dell’ A.R.P.A.T.
1- Il primo incontro ha avuto quale oggetto la sanzione comminata per “detenzione e somministrazione alle api di… preparato galenico a base di acido ossalico”.
La delegazione associativa ha in primo luogo ribadito sia l’estrema gravità dello stato sanitario degli allevamenti apistici nazionali e sia l’assoluta inadeguatezza delle politiche veterinarie pubbliche rispetto al quadro di crescente emergenza e inefficacia dei preparati autorizzati per la lotta alla varroa, quadro d’insieme più che noto, oramai da diversi anni, non solo alle autorità veterinarie ma addirittura all’opinione pubblica.
Quindi è stato espresso il pieno sostegno associativo all’operato e all’onestà del socio apicoltore, , al quale si sta fornendo la migliore assistenza per la formulazione del ricorso amministrativo contro la sanzione.
Nel merito, e con determinazione, è stata inoltre sollecitata un’attenta e completa valutazione da parte dei servizi veterinari, sull’opportunità e sensatezza della sanzione stessa, alla luce del fatto che:
- L’utilizzo degli acidi organici, in particolare dell’acido ossalico, è l’unico strumento oggi disponibile per il contrasto della varroasi. Uso per altro proposto e indicato dai principali istituti di ricerca e dai centri di referenza per l’apicoltura nazionali e comunitari, nonché espressamente previsto e indicato in numerosi piani di intervento regionali, non ultimi quelli pubblicati dall’ Istituto Zooprofilattico della Toscana e del Lazio;
- Lo stesso associazionismo apistico ha più volte e formalmente sollevato a tutti i livelli (regionale, nazionale, comunitario) il problema dell’indeterminatezza e inaccettabile deficienza per il comparto apistico, che si è venuta a creare a seguito dell’emanazione delle recenti direttive comunitarie sul farmaco veterinario, circa le modalità di utilizzo degli acidi organici e degli oli essenziali, senza che, sino ad oggi, si siano ottenute risposte dalla pubblica amministrazione;
- In vari documenti emanati, a livello locale o nazionale, da soggetti responsabili della salute animale, che suggeriscono e/o prescrivono l’utilizzo dell’acido ossalico per la difesa delle api non c’è nessun riferimento a particolari e specifiche procedure di ordine documentale o burocratico;
- La sanzione in questione è quindi espressione della più deleteria interpretazione restrittiva e rigidamente formale del proprio ruolo, che prescinde totalmente da una pragmatica ed efficace opera di orientamento dei produttori e di difesa della qualità delle produzioni e dei consumatori, chiaramente contrastante con le prassi e i provvedimenti in essere in tutto il territorio nazionale.
I rappresentanti delle associazioni apistiche hanno fatto infine rilevare che, qualora il provvedimento sanzionatorio dovesse effettivamente concretizzarsi in un tale e ingiustificabile danno economico all’azienda apistica, non potrebbe che comportare disorientamento e reazioni da parte degli apicoltori. E questa inevitabile tensione fra mondo apistico e i servizi veterinari comprometterebbe lo sforzo perseguito dalle associazioni per un positivo clima di confronto e collaborazione con i Servizi Veterinari nella quasi totalità del territorio toscano e nazionale.
2 – La seconda riunione è avvenuta invece a seguito di una precisa richiesta, peraltro precedente all’episodio della sanzione, avanzata in forma unitaria dall’ A.R.P.A.T., Toscana Miele, AAPT e O.P. CONAPI della Toscana, con la quale si sollecitava un incontro con la Direzione Generale per il Diritto alla Salute per verificare gli esiti dell’importante lavoro di concertazione fatto durante tutto il 2009 (che ha prodotto importanti risultati quali la nuova legge regionale per l’apicoltura e le linee guida per la produzione primaria dei prodotti apistici), ma anche per affrontare le numerose questioni ancora aperte e in particolare quella dell’utilizzo degli acidi organici e degli oli essenziali in apicoltura.
Nell’incontro si è convenuto sull’opportunità di iniziative di divulgazione e di orientamento sia verso i produttori apistici che verso i servizi veterinari territoriali al fine di ottenere omogenee e diffuse modalità applicative degli strumenti derivanti dalla nuova normativa e delle stesse linee guida per la produzione primaria del miele adottate dalla Regione Toscana. Le associazioni hanno richiesto in proposito che venga redatta una circolare che entri nel merito dell’applicazione e gestione delle linee guida.
Nel merito dell’utilizzo degli acidi organici, e dell’ossalico in particolare, i rappresentanti delle associazioni hanno sottolineato come rientri nelle facoltà dell’amministrazione regionale adottare provvedimenti specifici, motivati dal grave stato di necessità derivante dalla diffusione endemica della varroasi e dalla palese, e ormai nota a tutti gli operatori, insufficienza e inefficacia dei preparati autorizzati per combattere la parassitosi.
Il responsabile dott. Leto si è impegnato sia a una rapida verifica delle iniziative in essere in altre regioni (Piemonte in particolare), sia a riprendere con forza la richiesta nei confronti del Ministero della Salute per l’apertura di un tavolo tecnico sulla questione dei presidi sanitari per la lotta alle patologie in apicoltura.
Andrea Terreni 31 gennaio 2009
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