“Innovazione” vs Precauzione: gli apicoltori italiani si schierano in difesa delle Api
Dodici fra le più importanti multinazionali mondiali, prevalentemente agrochimiche, hanno recentemente mosso un pesante attacco al Principio di Precauzione. Il documento comune che hanno siglato in comune vanta il loro ruolo di “maggiori investitori in innovazione in Europa”, ed è esplicitamente teso a condizionare le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio).
Proprio sulle procedure precauzionali per autorizzare molecole e pesticidi, rispetto al rischio per api e impollinatori,i è in atto un forte confronto e scontro nell’ambito delle istanze decisionali.
Le organizzazioni apistiche italiane unitariamente sono scese in campo per controbattere alle falsificazioni delle ditte agrochimiche per ribadire la necessità di procedure che garantiscano api, apicoltori e biodiversità.
Concetto chiave: il principio di precauzione permette di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell’ambiente. Infatti, nel caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, il ricorso a questo principio consente, ad esempio, di impedire la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi ovvero di ritirare tali prodotti dal mercato.
Il fronte delle multinazionali esprime forte preoccupazione per “gli impatti negativi dei recenti sviluppi nella gestione del rischio e nelle politiche di regolazione” da parte dell’Unione Europea. L’alternativa che viene proposta è (una volta di più) la “liberalizzazione”, ovviamente e automaticamente autoregolata dall’interscambio scientifico tra istituzioni e portatori d’interesse, per cui si dovrebbe anteporre – nelle politiche decisionali e nei processi normativi – al Principio di Precauzione il Principio per l’Innovazione. Tali raccomandazioni sono volte a spianare la strada all’innovazione tecnologica rimuovendo ogni ostacolo che possa essere considerato come pretestuoso per il libero corso di tali “innovazioni”.
Le principali organizzazioni apistiche italiane -Conapi, Fai e Unaapi- rimarcano e rammentano che:
• L’approccio proposto è in netta e frontale contrapposizione con la scelta politica che l’Unione Europea sta via via concretizzando attraverso i Partenariati Europei di Innovazione (PEI). Si tratta di modelli di confronto basati su una “innovazione interattiva” per facilitare il passaggio da una logica ‘lineare’ (che prevede la separazione delle mansioni tra chi produce i risultati di ricerca, chi li trasferisce e chi ha il compito di adottarli) a una logica ‘circolare’.
• L'”innovazione” d’uso d’insetticidi sistemici per le sementi è stata presentata e sostenuta, negli anni novanta, come scelta propedeutica alla riduzione dell’impatto di molecole sull’ambiente e quindi di sicurezza garantita per api e impollinatori. Tant’è che se n’è ottenuta l’autorizzazione senza alcuna considerazione del rischio per le api. Da allora la denuncia, l’accertamento e l’evidenziazione di effetti disastrosi per le api degli insetticidi sistemici – “imprevisti” e quindi postulati come “accidentali” – è stata possibile proprio grazie all’incontro e alla realizzata sinergia tra attori diversi, con l’elaborazione di metodologie partecipative, mobilitando diverse fonti di conoscenza, articolando i sistemi di sapere, individuand valori e obiettivi per il bene comune, con l’implementazione di soluzioni percorribili sotto il profilo tecnico, economico, ambientale e sociale
Il rilievo e le peculiarità delle produzioni agricole nazionali richiedono e impongono che lo Stato italiano appoggi e promuova:
• l’implementazione delle Linee Guida proposte dall’EFSA sulla valutazione del rischio per le api;
• la garanzia di assenza di conflitto d’interessi dei referenti scientifici pubblici cui è affidata la valutazione.{jcomments on}
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