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Api / Agricoltura / Ambiente

USA: ri-dimostrato che gli insetticidi neurotossici favoriscono la mortale dissenteria delle api

23 gennaio 2012

dennis_vanengelsdorpFinalmente pubblicata anche la conferma scientifica americana.

Insetticidi neurotossici = strada aperta alla malattia che stermina le api d’inverno – il nosema. Subdoli gli effetti cronici esplicano il loro effetto letale nel tempo!

L’equipe responsabile delle indagini sul declino delle api per il Ministero dell’Agricoltura statunitense-  di Jeffery S. Pettis e Dennis vanEngelsdorp – ha finalmente…

 

…reso noto un suo importante (e datato…) studio scientifico.

Sono state esposte colonie di api, per tre generazioni di covata, a dosi sub-letali della molecola sistemica imidacloprid, e quindi sono state contaminate le giovani api appena nate con il parassita intestinale, Nosema spp.

Si è somministrato un dosaggio di pesticida alle colonie d’api al livello che non determina evidenti effetti sulla longevità o attività di bottinatura delle api.

L’infezione del patogeno mortale Nosema spp è aumentata significativamente nelle api degli alveari contaminati, con dose non mortale  d’imidacloprid,  rispetto alle api dagli alveari di controllo

Si è quindi  dimostrato un perverso effetto indiretto dei pesticidi per lo sviluppo dei patogeni  delle api.

L’accertamento che le api allevate in un ambiente con insetticida sistemico in dose sub-letale, pur non serbando residui rilevabili di pesticidi, sviluppano una più elevata presenza del patogeno Nosema è assai significativo.

Si dimostra che l’interazione tra pesticidi e agenti patogeni può essere un importante fattore del declino delle api e degli altri insetti impollinatori in tutto il mondo.

Le ricerca statunitense è stata effettuata alcuni anni or sono, ed è stata pubblicata solo nel 2012.

Al contrario sempre su insetticidi sistemici risultati analoghi, cui sono pervenuti due studi condotti in Francia dal CNRS e dall’INRA, sono stati resi noti in tempi assai più brevi.

Forse l’esito dello studio è tanto “scomodo” d’aver condizionato sia la pubblicazione che alcune più che dubbie prese di posizione degli scienziati che hanno effettuato la ricerca scientifica?

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