Il territorio L’apicoltura Il miele Millefiori Millefiori particolari Gradimento del miele e cristallizzazione
Il territorio
La regione alpina della Valle d’Aosta è situata nell’estremo settore nord-occidentale d’Italia. La valle centrale e le valli laterali costituiscono il bacino idrografico percorso dalla Dora Baltea, che è circondato dalle montagne più alte d’Europa (Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso) che superano i 4000 metri slm, l’intero territorio quindi raggiunge una altitudine media superiore ai 2000 slm.
Quote così elevate e soprattutto così continentali contribuiscono in modo determinante alla formazione di un clima tipicamente alpino con inverni rigidi e lunghi ed estati fresche e corte.
Un altro fattore climatico, sfavorevole per l’attività apistica, è la forte ventosità del periodo estivo che si riscontra in questa regione.
Dal punto di vista bioclimatico la regione può essere suddivisa in due settori: il primo occupa la porzione della valle centrale fino alla gola di Montjovet, ed è caratterizzato da un clima più umido con tendenze sub-oceaniche quindi minori escursioni termiche e precipitazioni più regolarmente distribuite; il secondo settore comprende la maggior parte della regione a monte della gola di Montjovet e in questo settore la valle assume una direzione Est-Ovest, le precipitazioni sono molto scarse e le grandi differenze termiche stagionali conferiscono un clima di tipo steppico.
Inoltre l’andamento da oriente ad occidente della valle caratterizza notevolmente l’aspetto della valle centrale dove abbiamo un versante rivolto pienamente e Sud ed uno pienamente a Nord, questi due versanti vengono chiamati in patois (lingua franco- provenzale): adret il versante assolato ed envers quello in ombra, le caratteristiche completamente diverse dei due versanti differenziano la vegetazione, le coltivazioni nonché l’apicoltura.
L’adret è il versante più assolato, ricco in prati con boschi di latifoglie a roverella, che nel piano montano sono sostituite dal pino silvestre e successivamente dalle peccete ad abete rosso. Questo versante sarebbe completamente arido ma, grazie alle grandi opere di canalizzazione irrigua denominate Rûs risalenti all’alto Medioevo e tuttora utilizzati, il paesaggio risulta rigoglioso e verdeggiante.
Nel versante opposto i prati sono pressoché assenti e le conifere iniziano dal fondovalle, dal punto di vista apistico riveste minor interesse.
L’apicoltura
In quella che è la regione più piccola d’Italia gli apicoltori sono circa 400 con un capitale apistico di 7000 arnie e una produzione che si attesta tra i 1000 e 1200 quintali (dati 2009), da cui si deduce che l’apicoltura è di tipo amatoriale. I mieli monoflora prodotti in Valle d’Aosta sono il rododendro, il castagno, il tarassaco e il tiglio, ma è il millefiori che costituisce il 70% circa del totale: quasi un terzo della superficie regionale è coperto da prati stabili.
L’ apicoltura valdostana è una realtà particolare, fatta di piccoli numeri ma di grandi qualità, dalle situazioni geografiche e climatiche estreme dove è con molta difficoltà sfruttando ed esperienza che gli apicoltori locali possono ottenere prodotti unici particolarmente collegati al territorio alpino.
Il miele millefiori
La denominazione “millefiori” è troppo vasta e le combinazioni possibili possono essere infinite, se non si restringe il campo di indagine definendo delle categorie di millefiori. Nell’ambito del concorso regionale dei Mieli della Valle d’Aosta, i millefiori vengono suddivisi in millefiori “scuro” e millefiori “chiaro”, dove questa differenziazione cromatica sottintende una differenziazione botanica o altimetrica: il millefiori scuro presupporrebbe una presenza di castagno e o melate, mentre il millefiori chiaro sembrerebbe sinonimo di miele di alta montagna: non sempre però questa situazione viene rispecchiata. Forse allora la suddivisione più logica per una regione di montagna è di distinguere i mieli millefiori sulla base delle fasce altitudinali in cui viene prodotto. Inoltre nessun apicoltore usa le denominazioni “miele chiaro” o “miele scuro”, che non hanno nessun significato promozionale.
Di fatto la valle d’Aosta è una regione completamente montuosa, ma si sviluppa in altitudine dai 345 metri dell’imbocco della valle sino ai cosi detti “quattromila”: una possibilità potrebbe essere quella di suddividere il millefiori di fondovalle da quello prodotto in montagna ed in alta montagna.
A livello comunitario il limite previsto per definire montagna è di 600 metri slm., un’ulteriore divisione è collocata ai 1500 metri slm. per distinguere bassa montagna e alta montagna, questi parametri utilizzati per altri scopi si possono ben adattare al miele millefiori schematizzando:
• fino a 600 m. slm.: millefiori
• da 600 a 1500 m. slm.: millefiori di montagna
• oltre i 1500 m. slm.: millefiori di alta montagna
Il millefiori prodotto sotto i 600 metri è un millefiori precoce: attorno al 15 aprile gli apicoltori possono sovrapporre i melari agli alveari. Le poche acacie presenti nel fondovalle possono dare il loro apporto,ma non al punto da ottenere mieli uniflorali. La smielatura viene perciò protratta fino al 15 giugno e le api bottineranno principalmente sul primo sfalcio dei prati permanenti, ricchi in specie nettarifere, mentre nella zona chiamata Bassa Valle la presenza di castagno è cospicua e può, quando non si attuano le tecniche per ottenere il miele monoflorale di castagno, caratterizzare notevolmente il millefiori.
Nella fascia altitudinale superiore normalmente il raccolto inizia attorno al primo maggio con la fioritura del tarassaco, ma ricavarne un monoflora è difficile perché la produzione è incostante e richiede accorgimenti che non tutti gli apicoltori sono disposti a metter in atto, perciò il tarassaco, oltre a conferire il colore giallo intenso e la bella cristallizzazione a questi mieli millefiori ne contraddistingue anche le caratteristiche organolettiche con il suo profilo pronunciato.
I mieli di montagna normalmente sono più chiari rispetto a quelli di fondovalle e più delicati mano a mano che si sale.
I mieli di alta montagna vengono prodotti in un periodo molto breve tra giugno e luglio nei pascoli alpini ed hanno spesso come componente principale il rododendro: sono mieli molto delicati e spesso con una nota fruttata dovuta alla presenza di lampone, le specie presenti sono quelle tipiche dei pascoli di alta quota con leguminose e altre specie. Normalmente l’apicoltore che porta le api a queste alte quote aspira ad ottenere del miele di rododendro, ma questa produzione è molto aleatoria e spesso il prodotto che si ottiene è più complesso, dal punto di vista aromatico. A volte poi la presenza di melate di conifere contribuisce a scurire il miele e a modificarne il profilo rendendolo piu complesso ed armonico, caratteristica propria di un buon millefiori.
E’ frequente è il caso che la produzione di rododendro non si verifichi, ad esempio per piogge le durante la fioritura, oppure per mancanza di nettare nel fiore a seguito di prolungati periodi di siccità, in questo caso le api vengono dirottate sui pascoli degli alpeggi, dove le fioriture possono risentire meno degli eventi metereologici, oppure possono essere distribuite temporalmente in modo diverso ottenendo cosi dei mieli di montagna non meno pregiati del rododendro in purezza.
Millefiori particolari
In alcune zone la prevalenza di alcune essenze botaniche può ulteriormente caratterizzare con una certa regolarità il millefiori locale.
Nei prati umidi presenti nel fondo delle valli laterali oltre i 1000 metri di quota soprattutto nelle valli d’Ayas e di Gressoney troviamo in abbondanza la Bistorta (Polygonum bistorta), molto visitata dalle api e grande apportatrice di nettare conferisce al miele una colorazione chiara ed un particolare gusto fruttato.
Il versante orografico sinistro della vallata centrale è caratterizzato dalla presenza di Timo (Thymus vulgaris), particolarmente diffuso nei comuni di Saint Denis e Verrayes, questa pianta spontanea colonizza i versanti assolati e aridi e cresce a partire dal fondovalle sino ai 1600 metri slm con una fioritura graduale che inizia in primavera e si protrae sino all’inizio dell’estate alle quote più alte. I mieli provenienti da questa zona hanno la caratteristica di avere colorazioni più intense con toni aranciati ed un profilo olfattivo e gustativo molto pronunciato, intenso, pungente quasi ammoniacale per la presenza del timo associato a volte al tarassaco.
Sempre nel versante orografico sinistro della Dora Baltea (adret) a ma a quote oltre i mille metri si trovano diverse zone foraggere costituite da prati asciutti o poco irrigati dove è molto rappresentata la lupinella (Onobrychis ssp), queste aree si trovano sia nell’alta che nella media valle, l’abbondanza di questa foraggera in alcuni casi in passato ha addirittura permesso di ottenere mieli uniflorali di lupinella ma si tratta di eventi eccezionali. In ogni caso il millefiori che si produce è caratterizzato dalle note vegetali presenti nei mieli di leguminose, ma anche fruttate che ne arricchiscono il profilo, e questo miele ha una ottima cristallizzazione ed un colore molto chiaro.
Gradimento del miele e cristallizzazione
Il millefiori cristallizzato è di gran lunga il miele più richiesto dalla popolazione locale, quello che evoca memorie infantili, il cosidetto “miele di una volta” prodotto dall’unica smelatura che veniva effettuata a fine stagione nell’apicoltura tradizionale. Questo prodotto negli ultimi anni sta ottenendo sempre più consensi soprattutto al di fuori dei confini dell’areale di produzione, grazie alla partecipazione ai concorsi nazionali come quello dei Grandi mieli d’Italia di Castel San Pietro Terme dove negli ultimi anni diversi produttori hanno ottenuto il premio più alto, le “tre gocce d’oro” nella categoria Millefiori di alta montagna.
Il miele millefiori di montagna, assieme a quello di Castagno e di Rododendro, rientra nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali della Valle d’Aosta riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
(Stefano Gallo)