Dal sistema di controllo comunitario sugli alimenti un forte segnale di allarme sulla qualita’ dei prodotti apistici
Una sintetica analisi del rapporto 2004 sui risultati evidenziati con il Sistema di Allerta Rapido per Alimenti e Mangimi. La conferma di una impressionante, costante e crescente quantità di miele e pappa reale gravemente contaminati con antibiotici provenienti prevalentemente da Cina e Oriente.
Il RASFF (Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi) della Unione Europea è stato istituito recentemente con lo scopo di fornire alle autorità comunitarie un efficace strumento nello scambio di informazioni sulle misure adottate per garantire la sicurezza degli alimenti. La base legale del RASFF è rappresentata dal regolamento Ce n. 178/2002.
A maggio 2004 i Paesi aderenti al Sistema di allerta erano 28: i 25 stati membri, cui si sono aggiunti Norvegia, Islanda e Liechtenstein. Nel caso in cui un paese membro sia in possesso di informazioni relative all’esistenza di un grave rischio, sia esso diretto che indiretto, per la salute umana deve immediatamente comunicarle alla Commissione che a sua volte le trasmetterà a tutti i paesi aderenti.
Le informazioni vengono classificate in due tipologie: le notifiche di allerta e le notifiche di informazioni.
NOTIFICHE DI ALLERTA
Le notifiche di allerta vengono inviate quando l’alimento o il mangime comportano un rischio tale da rendere indispensabile un’azione immediata.
L’allerta è segnalata dallo Stato membro che individua il problema e che ha intrapreso misure significative quali il ritiro.
La notifica è tesa a fornire a tutti i paesi membri un’informazione affinché possano verificare se il prodotto in questione è presente sul loro mercato e possano quindi adottare i necessari provvedimenti. I prodotti sottoposti ad una notifica di allerta sono stati ritirati dal mercato o è in corso il loro ritiro. Ogni Stato membro ha un proprio meccanismo con cui compiere queste azioni, compreso, nel caso in cui fosse necessario, il ricorso all’utilizzo dei media.
NOTIFICHE DI INFORMAZIONE
Le notifiche di informazione riguardano un alimento o un mangime il cui rischio sia stato identificato, ma per il quale i paesi membri non hanno intrapreso un’azione immediata in quanto il prodotto non ha raggiunto il loro mercato oppure sono già state adottate tutte le necessarie misure. Per entrambi i tipi di notifiche vengono inviate a tutti i paesi membri informazioni dettagliate sulla distribuzione, l’origine del prodotto, i risultati analitici, i documenti di spedizione, le misure adottate…
La recente vicenda riguardante il noto colorante cancerogeno Sudan 1, ha evidenziato alcuni gravi limiti del Sistema per la sicurezza alimentare. Sono molte le imprese alimentari coinvolte perchè il peperoncino incriminato, al cui colore contribuiva il colorante Sudan 1, è stato usato quale costituente della famosa salsa Worcester. Il sistema di allarme è scattato con un certo ritardo come pure il successivo ritiro dal mercato delle produzioni contaminate, con le conseguenti e motivate polemiche.
Il sistema di allarme ha sì funzionato, ma quanto evidenziato da questa vicenda è molto preoccupante: la mancanza totale di metodi di prevenzione. Dovrebbero essere le aziende acquirenti ad accertarsi della salubrità e del rispetto delle norme di quanto importato. Tale controllo tuttavia avviene quasi sempre sulla base di certificazioni cartacee. Non è del resto immaginabile che possano essere le aziende agroalimentari europee ad accollarsi gli oneri e i costi relativi ai controlli analitici per ogni partita di derrate alimentare importata. Costi ulteriori e insopportabili che rischiano di rendere meno competitiva la produzione agroalimentere europea. L’Unione europea da un lato non si accolla gli oneri del controllo effettivo e dall’altro non può pensare di delegare questa impegnativa ed inderogabile attività di tutela delle sue attività produttive e dei suoi consumatori ad ogni singolo Stato membro. La speranza è che, per garantire la sicurezza alimentare, siano assunte al più presto le necessarie decisioni politiche per porre riparo a questa grave carenza del sistema.
Fatte queste necessarie precisazioni indispensabili per capire cos’è il Sistema di allerta rapido e le relative problematiche di funzionamento, vediamo, in estrema sintesi, quanto rilievo ed allarme di rischio hanno avuto i prodotti apistici che, come ovvio, dovrebbero invece rappresentare una piccolissina parte dell’insieme degli alimenti che giungono sulla tavola delle centinaia di milioni di cittadini europei. Il rapporto d’insieme sul 2004 passa in rassegna tutti i principali fattori di rischio: aflatossine, diossina, cadmio e mercurio, sostanze coloranti non ammesse…
Il capitolo che riguarda da vicino i prodotti dell’alveare, rientra nella voce “residui di prodotti medicinali di uso veterinario”. Mentre il numero di notifiche è in assoluto in costante crescita dal 1999 ad oggi, per quanto riguarda questa tipologia di rischio viene invece evidenziata una significativa riduzione del numero di notifiche nel 2004 rispetto al 2003, in particolare per i prodotti che originano da paesi terzi. Questo fatto può essere spiegato con il rafforzamento delle misure adottate da tali paesi per contrastare l’uso degli antibiotici illegali – in particolare nitrofurano e cloramfenicolo- ed anche a causa del miglioramento dei metodi analitici utilizzati per testare la presenza di residui negli alimenti prima che gli stessi vengano inviati verso l’Unione Europea.
Per quanto riguarda gli Stati Membri dell’UE il numero di notifiche è invece aumentato nel 2004 rispetto al 2003. Questo fatto può essere spiegato in parte per l’adesione all’UE di 10 nuovi paesi, ma soprattutto per l’elevato numero di casi di presenza di antibiotici nel miele. Residui di antibiotici sono infatti stati scoperti in Slovacchia (7 notifiche per tilosina e tre per sulfamidici), Spagna (4) e Italia (2). Sorprende come i prodotti delle api (miele e pappa reale) siano invece gli unici alimenti in controtendenza; a fronte di una riduzione complessiva del numero di casi di notifiche per i residui di farmaci veterinari negli alimenti si é assistito al contrario ad un aumento delle notifiche riguardanti i prodotti dell’alveare.
Il regolamento 2377/90 definisce il livello massimo di residui (LMR) negli alimenti di origine animale per i prodotti medicinali di uso veterinario.
Il miele non è incluso tra gli alimenti menzionati nell’allegato 1 del regolamento 2377/90 per il quale esiste un LMR. Pertanto, sulla base dell’articolo 14 dello stesso Regolamento, l’uso di antibiotici nel miele non è permesso e non può essere autorizzato. Per tale motivo l’immissione al consumo di miele contaminato da residui di antibiotici è vietata.
L’aumento del numero di casi di ritrovamento di antibiotici nel miele e nella pappa reale trova facile spiegazione nella massiccia ripresa, dopo il periodo di blocco, delle importazioni dalla Cina. Contaminazioni provenienti da altri paesi possono essere la conseguenza di possibili, ed assai probabili, “triangolazioni” con prodotti comunque originari della Cina. Sorge spontanea una domanda: davvero qualcuno poteva pensare che in poco più di un anno un paese (e non un paese qualunque, ma uno delle dimensioni della Cina, con tutti le conseguenti problematiche culturali, tecnologiche e logistiche) fosse in grado di mettere a punto un meccanismo di controllo tale da garantire l’assenza di residui di antibiotici nel miele e negli altri prodotti dell’alveare?
Barbero Roberto
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