Avviata, finalmente, la procedura comunitaria per il riconoscimento quale Specialità Tradizionale Garantita del Miele Vergine Integrale
Come tutti i prodotti della natura anche il miele è soggetto a differenti livelli qualitativi a seconda della freschezza, dell’origine territoriale e botanica, dei processi e delle attenzioni di produzione e lavorazione.
Nel mercato mondiale, generalmente, ai consumatori viene proposto miele con queste caratteristiche:
– Nessuna informazione sull’origine botanica
Mieli di varia origine e qualità vengono lavorati e miscelati per ottenere un prodotto con i requisiti di gusto, aroma, colore ritenuti più “opportuni e graditi dai consumatori”.
– Nessuna informazione sulla provenienza geografica (omettendo sovente, addirittura, il continente o paese d’origine)
I mieli sono acquistati, sul mercato mondiale, la ove è più conveniente per l’importatore e quindi vengono miscelati ed “assemblati” secondo la “ricetta” della marca. La confezione proposta al consumatore è costantemente indistinta ed indistinguibile, con un’immagine similare a quella di un qualsiasi prodotto dell’industria agroalimentare.. Il miele, al contrario, si distingue per la sua pressoché infinita varietà e ricchezza.Sovente il consumatore è indotto a confondere quale origine geografica del miele la sede dello stabilimento di confezionamento.
– Stato fisico “fluido”
La miscela di mieli è spesso sottoposta a trattamenti termici, tali da impedire il processo di cristallizzazione di quegli zuccheri nobili che assumerebbero naturalmente lo stato fisico solido
E’ ovvio, ed innegabile, che il trattamento ad alte temperature, anche per tempi limitati, non giova alla conservazione degli elementi vitali insiti nel miele. La forzata conservazione dello stato fluido altera radicalmente la percezione organolettica e l’approccio gustativo.
– Parametri di “scadenza” prolungati
I valori per determinare il periodo di durata e la data di consumo preferenziale consentono un tempo medio di commercializzazione notevole e prolungato.
– Offerta di un prodotto indifferenziato, senza origine, senza storia e varietà.
Una proposta appiattita sullo scarso, se non nullo, livello di conoscenza del prodotto.
Secondo l’assunto (dei vari uffici marketing) per cui il consumatore predilige il miele fluido di colore chiaro, si provvede a “costruirlo”.
Si crea, nel cliente finale, l’attesa e la conseguente domanda di un prodotto allo stato fluido quando in natura ciò non esiste: infatti, solo alcuni mieli monoflora (quali acacia e castagno) per i loro specifici requisiti di composizione, si conservano nel tempo allo stato fluido.
In definitiva nel mondo non esiste una cultura del miele, diffusa e condivisa, che ne valorizzi le caratteristiche qualitative intrinseche e neppure si è sviluppata una tecnologia di lavorazione che ne salvaguardi la qualità.
Solo in Italia si è sviluppata una proposta per la produzione e commercializzazione del miele che ne rispetti tutte le caratteristiche di naturalità.
La Tradizione qualitativa italiana affonda le proprie origini nel secolo scorso, formalizzata nel 1982 in una specifica dizione merceologica, da sempre contrastata dalla lobby industriale
La dizione Miele Vergine Integrale, coerentemente con l’antica attenzione e cultura mediterranea, ha affermato un percorso, proposto dagli apicoltori e scelto da milioni di consumatori italiani, fondato su precisi e forti elementi di qualificazione:
Vergine e Fresco
parametro di freschezza inferiore alla norma di oltre un terzo, con un valore di soglia di commercializzazione tale da imporre il circuito commerciale veloce.
Integrale
integro e ricco così come ce lo donano le api, non sottoposto a trattamenti termici a temperature superiori a quelle presenti in natura, nell’alveare, tali da modificarne lo stato fisico, organolettico ed i vivi apporti nutrizionali.
di Qualità
con caratteristiche organolettiche e qualitative corrispondenti ai fiori ed alla zona di provenienza,
con contenuto in acqua ridotto, rispetto ai valori della normativa. Solo i mieli frutto di attenzione e cura, prodotti utilizzando arnie particolari con favi dedicati unicamente all’immagazzinamento del miele, rientrano in tali parametri.
Non “un solo miele” ma “I Mieli”:
Non esiste un solo miele, ma tanti quante sono le piante mellifere e le possibili combinazioni tra loro. Una tavolozza infinita di colori, profumi e sapori.
Tipico e Monoflora
con precisa determinazione dei parametri distintivi dei diversi mieli uniflorali.
Sotto tale profilo, ancora per lungo tempo, l’uniformazione comunitaria non tutelerà il consumatore e spetta all’Italia di aprire e battere il percorso della differenziazione oggettiva della materia prima.
Ecologico
L’acquisto di miele quale sostegno a quel territorio.
Il miele quale parte del territorio da cui deriva e la possibilità per il consumatore di sostenere l’opera d’impollinazione svolta dalle api su quella determinata zona, quale contributo concreto a preservare la varietà botanica, la biodiversità e la qualità ambientale di quel territorio.
Garantito
Con un consorzio di tutela: a garanzia della gestione, promozione e difesa della denominazione.
In definitiva con il Miele Vergine Integrale si ottiene un ribaltamento totale d’ottica che toglie il mercato dall’interessata tutela dell’industria agroalimentare e delle multinazionali per porre al centro dell’offerta e della domanda il diritto del consumatore a conoscere e scegliere.
La domanda di riconoscimento di Specialità Tradizionale Garantita per il Miele Vergine Integrale è, finalmente, al vaglio della Commissione Ue.
Gli industriali, confezionatori ed importatori di tutta Europa lanceranno nei prossimi mesi una campagna perché non si compia la procedura di riconoscimento comunitario.
Questo è il loro grido di battaglia contro il miele di qualità italiano:
-il miele è miele punto e basta –
a garanzia della sua qualità c’è la serietà della marca commerciale, distributiva ecc…”
E’ una logica che:
– nega la varietà e la specificità delle produzioni agricole,
– nega al consumatore informazioni essenziali,
– delega tutte le garanzie alla Marca,
– si pone in stridente contrasto con la richiesta crescente, da settori sempre più ampi di consumatori, di poter effettuare le proprie scelte d’acquisto a partire da elementi qualitativi riconosciuti e garantiti e non solo sulla base del prezzo.
Per vino, formaggi ecc.. l’informazione ed il conseguente diritto di scelta del consumatore sono, oramai, pratica acquisita e consolidata, quantomeno in Italia.
Questo processo stenta ad estendersi ad altri paesi ed all’insieme dei prodotti agricoli ed alimentari.
E’ contrastato, anche nel nostro paese, dai tanti Simil McDonald’s che dall’omologazione, dall’appiattimento dei livelli qualitativi, dalla trasformazione delle derrate agricole in “confezioni industriali” senza anima e storia, dall’assenza di conoscenza e di cultura condivisa traggono i loro lauti profitti.
Gli apicoltori e le loro associazioni, le istituzioni e le forze politiche, le associazioni ambientaliste, gli enti locali, le associazioni del gusto e dei consumatori, le confederazioni agricole, la cultura mediterranea che hanno ottenuto una Direttiva per il miele radicalmente modificata si battono, oggi, per ottenere il dovuto riconoscimento comunitario per il Miele Vergine Integrale
Scarica il testo della Gazzetta ufficiale del 12.3.2002 sul riconoscimento del miele vergine integrale (formato pdf 28 kb)
Comunicato della Coldiretti in merito al “riconoscimento della STG: tutelato il miele vergine integrale italiano“
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