Per la prima volta segnalato in Europa il piccolo coleottero Carpophilus lugubris, un parassita del mais in nord America, è anche la prima volta che viene segnalato in associazione a degli alveari .
Nell’aprile 2011 in Veneto un apicoltore ha segnalato la presenza sui fondi delle arnie di coleotteri della lunghezza di circa 4 mm.
Nell’aprile 2001, in seguito alla segnalazione di un apicoltore veneto che li aveva rinvenuti negli alveari, sono stati raccolti dei coleotteri della lunghezza di circa 4mm. Nel comune di Borgoricco (PD) sono stati raccolti 9 esemplari (5 femmine e 4 maschi) da fondi di arnie, in un’area di pianura in cui è diffusa la coltivazione intensiva del mais ma anche l’apicoltura. E’ stato poi individuato un esemplare maschio nella Riserva naturale Vincheto di Celarda nel comune di Feltre (BL) sul muro di una piccola costruzione, un un’area caratterizzata soprattutto da ambienti forestali.
Ricercatori dell’Università “La Sapienza” di Roma e dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie hanno identificato i coleotteri come Carpophilus lugubris Murray 1864, una specie della famiglia dei Nitidulidi, che include anche Aethina tumida (Marini et al., 2013). Si tratta di una specie che si distingue dalle altre del genere Carpophilus presenti in Italia ed in Europa per le dimensioni relativamente grandi (3,3-4,5 mm), una colorazione quasi nera che tende al marrone castano con delle macchie più chiare sulle elitre, anche più chiare zampe e antenne, con le estremità delle antenne scure.
C. lugubris si nutre principalmente di linfa e di altre secrezioni dolci, come quelle che ricava da frutti danneggiati. Provoca discreti danni al mais deponendo le uova all’interno delle pannocchie, dove le larve nutrendosi danneggiano i chicchi in fase di maturazione. E’ stato valutato che non arreca danni importanti alle coltivazioni di mais (Flanders et al., 2009).
La segnalazione di Marini et al. di associazione di C. lugubris con gli alveari. L’ipotesi è che la specie possa occasionalmente comportarsi come commensale utilizzando gli alveari come riparo invernale per sopravvivere alle condizioni climatiche avverse alimentandosi sui detriti organici che cadono sul fondo, per tornare sui suoi substrati naturali per completare il ciclo biologico. Dalla letteratura non risulta alcuna interazione con le attività dell’alveare.Il coleottero C. lugubris non deve essere confuso con il temibile piccolo coleottero degli alveari (Aethina tumida), non presente in Europa e soggetto a denuncia obbligatoria. Quest’ultimo è evolutivamente piuttosto lontano da C. lugubris e si è perfettamente adattato per vivere sfruttare le colonie di api. Esso infligge grossi danni all’apicoltura soprattutto per l’attività di alimentazione delle larve, che scavano delle gallerie nei favi con scorte di miele e polline, defecando nel miele e rendendolo invendibile. Dopo il primo allarme degli apicoltori pare invece che C. lugubris sia innocuo per gli alveari e si aggiri solo sui fondi alla ricerca di riparo e detriti di polline.
Nella primavera 2013 altri coleotteri sospetti sono stati segnalati negli alveari in Friuli (Fonte: DISAA – Università di Udine).
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