La stampa apistica oltreoceano sta dando grande risalto alla scoperta del salto d’ospite del virus della maculatura anulare del tabacco dal regno vegetale al regno animale. Benché il virus sia risultato più comune nelle colonie deboli che non sono sopravvissute all’inverno, il significato patologico per l’ape rimane ancora da dimostrare. Essendo stato trovato sempre associato ad altri virus potrebbe trattarsi dell’ennesimo opportunista che si avvantaggia dell’immunodepressione dovuta alla coppia varroa/virus delle ali deformi, spesso aggravata dai pesticidi.
Il virus della maculatura anulare del tabacco (tobacco ringspot virus – TRSV) oltre al tabacco infetta varie piante: diverse specie di leguminose, tra cui l’erba medica e alcune essenze spontanee. E’ noto che la sua diffusione è mediata da nematodi ectoparassiti, insetti erbivori ed impollinatori.
Su mBio, la rivista open-access della American Society for Microbiology, alcuni ricercatori basati negli Stati Uniti ed a Pechino in Cina hanno descritto il salto d’ospite all’ape.
Gli autori hanno rinvenuto TRSV nelle api in modo fortuito nel corso di uno screening routinario per ricercare infezioni virali frequenti e rare.
Era già noto che le api potessero agire come vettori meccanici di TRSV trasportando il polline infetto a piante sane (il 5% dei virus vegetali si diffonde con il polline), ma la scoperta del virus nelle api ha spinto i ricercatori a chiedersi se queste possano agire da vettore biologico contraendo un’infezione sistemica con replicazione del virus nel proprio corpo.
Il virus era presente in quasi tutti i tessuti delle api infette, indicando una replicazione attiva, benché non siano stati osservati sintomi apparenti di malattia.
Anche nella varroa è stato isolato TRSV, ma non è chiaro se in essa il virus riesca a replicarsi. Il parassita potrebbe comunque trasmetterlo alle api facilitandone la diffusione.
Nell’ape il virus ha mostrato una tendenza a concentrarsi nel sistema nervoso e non si può escludere che possa alterarne le funzioni.
Il salto d’ospite di un virus tra il regno vegetale e quello animale è di estremo interesse dal punto di vista biologico ed evidenzia l’importanza dei virus a RNA, che per la frequenza delle loro mutazioni sono una fonte di patologie emergenti.
L’eventuale significato patologico del virus nell’ape resta però ancora da determinare, così come un ruolo, sempre eventuale, nel collasso delle colonie. Infatti, il virus è risultato più comune negli alveari più deboli, che però sono risultati infettati anche da un’ampia gamma di altri virus, tra cui, costantemente, il virus delle ali deformi (DWV). Al di là delle ipotesi su TRSV, è invece ormai accertato che DWV con il suo vettore varroa costituisce una causa primaria di spopolamenti (Dainat et al., 2012), i cui danni sono aggravati dagli insetticidi neonicotinoidi (Di Prisco et al. 2013 – rivisto in mieliditalia.it).
Saranno necessari nuovi studi per dare una risposta ai tanti interrogativi suscitati da questa inusuale scoperta.
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