Dinamica di popolazione della varroa
Sulla base di quanto esposto riguardo al ciclo vitale risulta evidente che senza l’intervento dell’apicoltore la popolazione di varroa va crescendo dalla ripresa primaverile fino all’autunno.
L’incremento della popolazione non è costante in tutte le colonie e in tutti i periodi dell’anno ma influenzata dai seguenti fattori (Fries et al., 1994):
- la lunghezza del periodo foretico: più breve è il periodo foretico e maggiore è il numero di cicli riproduttivi completati nell’unità di tempo; maggiore è la quantità di covata disponibile e minore è la durata del periodo foretico
- la presenza della covata maschile: le varroe preferiscono la covata maschile e in essa riescono ad avere una progenie più numerosa
- la fertilità delle varroe, che dipende a sua volta da caratteristiche genetiche delle api ospiti ma anche dal livello di infestazione: più alto è il tasso di infestazione minore è il successo riproduttivo (DeGrandi-Hoffman e Curry, 2004)
- la mortalità delle delle varroe, che dipende dai comportamenti di grooming delle api e dalla stagione: in inverno dove non c’è covata le varroe tendono ad invecchiare ed in più quelle che cadono dal glomere non sono generalmente in grado di risalire.
Il rapporto tra api e varroe è cruciale per l’esplicazione dei danni: quando a fronte di un aumento esponenziale costante della varroa la popolazione di api con l’estate raggiunge il suo picco e inizia a calare, il rapporto tra ospiti e parassiti diviene rapidamente molto sfavorevole per le api, A quel punto, se l’apicoltore non è intervenuto con trattamenti, gli alveari si trovano a sopportare un carico che provoca danni importanti, fino al collasso, nel periodo tardo estivo/autunnale. I danni possono però anche essere più subdoli: se la forte infestazione ha provocato un’intensa circolazione virale tra le api invernali che nascono in tarda estate/inizio autunno e che dovrebbero svernare accorciandone l’aspettativa di vita, le famiglie, anche popolose in autunno, si estinguono in inverno prima di poter avviare l’allevamento della prima generazione di api primaverili.
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