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Api / Agricoltura / Ambiente

Sottoscrizione popolare su ambiente api e apicoltura

8 febbraio 2009

Il XXV° Congresso dell’Apicoltura Professionale A.A.P.I.il 25 gennaio ha discusso e approvato all’unanimità il lancio di una grande Sottoscrizione popolare.
Di seguito il testo della mozione.

Sul sito a breve saranno pubblicate sia le modalità per sottoscrivere e sia l’elenco di quanti aderiscono all’iniziativa e infine l’importo raccolto.

 


Sottoscrizione popolare per l’Ambiente, le Api e l’Apicoltura

La gravissima crisi di sopravvivenza e di produttività dell’apicoltura, sia italiana che mondiale, è dovuta a molti e intersecati fattori di ordine veterinario e ambientale.

Fattore determinante, che amplifica e riunifica tutte le diverse cause che sono all’origine delle morie di api, è costituito dalla recente trasformazione dell’agricoltura, sempre più industriale e incompatibile con la vita e la biodiversità.

Gli indirizzi sui quali è fondata questa nuova pseudo “rivoluzione verde” sono: sostituzione delle diverse colture agricole con monocolture in successione di poche cultivar controllate dalle multinazionali delle sementi, distruzione delle biodiversità, introduzione degli OGM e conseguenti diserbi reiterati, crescente utilizzazione di insetticidi e fungicidi non mirati e di elevata tossicità, che ampiamente residuano in forma persistente nell’ambiente.

Da anni gli apicoltori denunciano gli evidenti e diversi effetti di tale incompatibile declinazione delle coltivazioni sull’ape. L’ape, infatti, è un eccezionale indicatore di tutti i fenomeni che hanno impatto incompatibile con l’ambiente e con l’insieme degli equilibri vitali.
In particolare la morte e la debilitazione degli alveari testimoniano il sempre più pervasivo utilizzo di insetticidi sistemici che trasformano le piante, cresciute da sementi conciate o irrorate con tali principi attivi, in fonte duratura di morte per tutti gli insetti, in modo sia immediato che derivante da effetti cronici, non sempre facilmente comprovabili.

Tali “armi di difesa” delle colture sono l’esatto opposto della lotta integrata: esse, infatti, non sono “mirate”, colpiscono tutti gli insetti, vengono utilizzate a prescindere dall’effettiva necessità, riempiono l’ambiente di persistenti e pericolosissimi residui chimici che si cumulano e continuano a provocare effetti tossici anche dopo molto tempo dal loro spandimento e/o utilizzo in natura.

Le nuove molecole chimiche sono sempre più utilizzate per copiosa irrorazione, fertirrigazione delle colture orticole, dei fruttiferi, degli agrumi, endoterapia del verde pubblico e dei giardini privati provocando una sempre più grave ed evidente debilitazione delle api, insieme con la sempre più critica compromissione di fondamentali equilibri naturali.

La gravissima crisi di sopravvivenza e di produttività dell’apicoltura, sia italiana che mondiale, è dovuta a molti e intersecati fattori di ordine veterinario e ambientale.
Fattore determinante, che amplifica e riunifica tutte le diverse cause che sono all’origine delle morie di api, è costituito dalla recente trasformazione dell’agricoltura, sempre più industriale e incompatibile con la vita e la biodiversità.

Gli indirizzi sui quali è fondata questa nuova pseudo “rivoluzione verde” sono: sostituzione delle diverse colture agricole con monocolture in successione di poche cultivar controllate dalle multinazionali delle sementi, distruzione delle biodiversità, introduzione degli OGM e conseguenti diserbi reiterati, crescente utilizzazione di insetticidi e fungicidi non mirati e di elevata tossicità, che ampiamente residuano in forma persistente nell’ambiente.

Da anni gli apicoltori denunciano gli evidenti e diversi effetti di tale incompatibile declinazione delle coltivazioni sull’ape. L’ape, infatti, è un eccezionale indicatore di tutti i fenomeni che hanno impatto incompatibile con l’ambiente e con l’insieme degli equilibri vitali.
In particolare la morte e la debilitazione degli alveari testimoniano il sempre più pervasivo utilizzo di insetticidi sistemici che trasformano le piante, cresciute da sementi conciate o irrorate con tali principi attivi, in fonte duratura di morte per tutti gli insetti, in modo sia immediato che derivante da effetti cronici, non sempre facilmente comprovabili.

Tali “armi di difesa” delle colture sono l’esatto opposto della lotta integrata: esse, infatti, non sono “mirate”, colpiscono tutti gli insetti, vengono utilizzate a prescindere dall’effettiva necessità, riempiono l’ambiente di persistenti e pericolosissimi residui chimici che si cumulano e continuano a provocare effetti tossici anche dopo molto tempo dal loro spandimento e/o utilizzo in natura.

Le nuove molecole chimiche sono sempre più utilizzate per copiosa irrorazione, fertirrigazione delle colture orticole, dei fruttiferi, degli agrumi, dei vigneti, endoterapia del verde pubblico e dei giardini privati provocando una sempre più grave ed evidente debilitazione delle api, insieme con la sempre più critica compromissione di fondamentali equilibri naturali.

Le autorità pubbliche e gran parte della ricerca hanno dimostrato una sostanziale inadeguatezza nel prendere atto di quanto avviene in campo, nonostante le reiterate denunce degli apicoltori, e non hanno saputo svolgere il loro ruolo in modo indipendente e non subalterno rispetto agli enormi interessi privati dei colossi mondiali dell’agrochimica.

A fronte del muro di gomma delle istituzioni europee e nazionali, gli apicoltori italiani in collaborazione con enti e amministrazioni locali e con ricercatori indipendenti, hanno dimostrato scientificamente uno dei vari, micidiali effetti degli insetticidi neurotossici: quello derivante dall’uso di sementi conciate nelle coltivazioni di mais, in fase di semina.

Tale efficace azione di denuncia, svolta principalmente dagli apicoltori e delle loro associazioni, ha portato a un primo risultato con la sospensione temporanea dei concianti con neonicotinoidi, grazie principalmente a una prima importante presa d’atto da parte del Mipaaf e a un’attenzione del Ministro dell’Agricoltura Zaia.

E’ tuttavia evidente una forte intenzione di non trarre le complete e dovute conseguenze rispetto all’insieme e alla varietà degli effetti sulle api provocate dalle molecole sistemiche neurotossiche.
Non sono accettabili i tentativi di limitare la verifica degli effetti letali delle sementi conciate alla sola problematica della dispersione delle polveri, senza mettere in atto adeguate azioni di indagine su tutte le altre modalità con le quali le sostanze neurotossiche sistemiche colpiscono tutta l’entomofauna pronuba (principi attivi o loro derivati nelle guttazioni, nel polline, nel nettare…), nonché su gli effetti cronici che una così estesa diffusione nell’ambiente di sostanze neurotossiche può causare sulle api, su tutti gli insetti utili e sugli animali superiori, uomo compreso.

Con la sospensione delle conce abbiamo vinto una prima battaglia!

Gli apicoltori italiani debbono, però, riuscire a continuare una campagna efficace e vincente che implica saper sviluppare le seguenti azioni:

  1. contribuire a definire le priorità e gli obiettivi delle azioni di indagine e di ricerca, mirate ad acquisire le conoscenze scientifiche necessarie alla salvaguardia del patrimonio apistico nazionale e dell’intera entomofauna;
  2. coordinarsi con altre Unioni apistiche e competenze scientifiche europee;
  3. condividere e diffondere l’informazione scientifica;
  4. sensibilizzare e attivare l’osservazione e la partecipazione tempestiva degli apicoltori alle attività di osservazione, denuncia e ricerca;
  5. collaborare con la ricerca scientifica indipendente;
  6. rapportarsi con le diverse autorità politiche e amministrative nazionali, europee, Enti locali, Regioni, forze politiche;
  7. coinvolgere e fare iniziative con altri portatori di interesse collettivi;
  8. informare e coinvolgere l’opinione pubblica.

In questa prima fase della battaglia abbiamo consumato molte energie ed esaurito le scarse risorse finanziarie disponibili, eppure dobbiamo andare avanti.

Dobbiamo andare avanti perché vogliamo un futuro per le api, per l’apicoltura, per l’ambiente e più che altro per nostra Terra Madre e per le generazioni future.

L’assemblea del XXV° Congresso dell’Apicoltura Professionale, congiuntamente con il CdA di A.A.P.I., di U.N.A.API. e di CONAPI lancia quindi una grande sottoscrizione di fondi, di energie e di impegno delle nostre risorse umane.

Apicoltori, il futuro dipende da noi e dal nostro impegno!

Mozione approvata all’unanimità dal XXV° Congresso dell’Apicoltura Professionale A.A.P.I.
Sorrento 25 gennaio 2009.

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