Lunedì 18 febbraio: migliaia di apicoltori, provenienti da tutta l’Europa, si sono ritrovati per manifestare davanti alla sede del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’U.E.
Notoriamente gran parte del bilancio comunitario è impiegato in misure di sostegno alle produzioni agricole ed al mondo rurale.
L’apicoltura, pur essendo un’attività agricola con tali ricadute positive per l’ambiente da renderla “attività ecologica per eccellenza”, non è “protetta” in alcun modo.
I produttori europei di miele, pertanto, si trovano a competere senza alcuna protezione nel mercato mondiale.
Non a caso oltre il 50% del miele consumato in Europa ed in Italia è importato dalla Cina, dall’America latina e dall’Europa orientale.
Sull’urgenza di trovare soluzioni e nuove politiche per l’apicoltura si era espresso il Parlamento Europeo con una mozione, votata alla quasi unanimità, nello scorso mese di dicembre.
Gli apicoltori non chiedono elemosine ma una…
…nuova, e diversa, attenzione delle politiche comunitarie per consentire ai produttori europei di collocare il loro prodotto sul mercato e per garantire la sopravvivenza di un settore indispensabile per l’impollinazione agroforestale.
Una delegazione ha presentato ad Arias Canete, Ministro spagnolo dell’Agricoltura, presidente del Consiglio agricolo, le principali e più urgenti rivendicazioni:
– Allargamento delle azioni del Reg.1221/99 CEE con sostegno ai produttori per la ricostruzione e l’incremento degli alveari.
– Inserire il miele, di alta qualità, nell’elenco di prodotti che possono avvalersi di programmi di promozione dei consumi cofinanziati dall’U.e.
– Revisione della procedura d’omologazione dei prodotti fitosanitari con una maggior precauzione per la tossicità sulle api delle molecole di nuova generazione (che stanno provocando stragi d’alveari).
L’Unione degli apicoltori italiani – UNAAPI – ha denunciato l’immotivato ritardo della procedura di riconoscimento dell’attestazione di qualità, quale Specialità Tradizionale Garantita, del Miele Vergine Integrale, richiesta presentata dall’Italia fin dal 1996.
La nuova direttiva comunitaria sul miele, pubblicata il 12 gennaio 2002, consente, finalmente, anche per il miele il riconoscimento di livelli qualitativi differenti.
Il Vergine Integrale, vale ricordarlo, è una modalità qualitativa che pone stretti vincoli alla produzione e trasformazione del miele (nata ed affermatasi in Italia) che non consente surriscaldamento (solo temperature di lavorazione come quelle dell’alveare) con tempi di lavorazione e commercializzazione tali da garantire al consumatore un prodotto fresco, completo ed integro.
Al miele di qualità si oppongono un piccolo gruppo d’importatori, prevalentemente tedeschi, che su un miele miscelato standard, banalizzato e privato d’origine territoriale, di varietà e specificità floreali fonda i propri larghi margini economici.
Per fare una analogia con altri settori, sarebbe come se per l’olio d’oliva non esistesse la denominazione “extra vergine”.
Il Ministro Canete ha dato segno di una sua prima disponibilità ed il Ministro italiano Giovanni Alemanno, nel corso dei lavori del Consiglio, ha posto con forza l’urgenza di attivare una politica per l’apicoltura quale esigenza ed interesse nazionale dell’Italia.
Contiamo che a queste prime aperture possano seguire passi avanti significativi della politica comunitaria.
Il miele può essere anche importato: l’impollinazione agricola e forestale No!!!!
L’apicoltura europea è indispensabile per la difesa dell’ambiente!
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