Incontro di mezza stagione Aapi – resoconto produzioni 2020: stagione non poi così diversa dal terribile 2019
Il consueto incontro di luglio organizzato dall’Associazione Apicoltori Professionisti Aapi quest’anno non si è potuto svolgere a Modena a causa dell’emergenza sanitaria in corso.
Tuttavia, vista l’importanza dell’evento, si è reso necessario organizzarlo ugualmente in forma multimediale. L’incontro di Modena, infatti, in questi anni, è diventato fondamentale al fine di avere le prime stime di produzione di miele, di scambiare qualche informazione sul mercato e per discutere delle problematiche principali dell’annata in corso.
Nonostante la nuova modalità di incontro, gli apicoltori che hanno partecipato sono stati numerosi e hanno interagito all’evento connessi da casa.
L’incontro è iniziato con la consueta panoramica sulle produzioni di miele italiano regione per regione durante la quale gli apicoltori, provenienti da tutta Italia, hanno comunicato una stima delle quantità per tipologia di miele prodotto nelle varie zone .
Gli apicoltori, non potendo intervenire per dichiarare le loro produzioni in tempo reale, sono stati contattati individualmente giorni prima e le loro stime sono state riassunte in un video trasmesso durante l’incontro.
Questo è quanto emerso:
MILLEFIORI DI PRIMAVERA
Piemonte
Asti e Cuneo: 10kg ad alveare, composto principalmente da nettare di acacia e da melata, situazione purtroppo frequente in tutta Italia.
Trentino
15 kg/alveare di tarassaco prodotto nelle zone altamente vocate
Friuli Venezia Giulia
7kg/alveare
Veneto
10kg/alveare, millefiori con un po’ di tarassaco
Emilia Romagna
Forlì: 5kg ad alveare con alta componente di ciliegio
Bologna: 5kg
Toscana
In tutta la Toscana si segnala la mancanza del raccolto di erica. La media è stata di 2 kg ad alveare costituiti principalmente da ciliegio e/o acacia declassata a millefiori
Lazio
alto Lazio 2-3kg/alveare
basso Lazio 10kg/alveare
Umbria
2-3kg ad alveare
Puglia
valori tra i 3 e gli 8kg ad alveare a prevalenza di ciliegio
Campania
Segnalate produzione tra i 5 e i 10 kg di media in provincia di Avellino
Sardegna
Oristano 5kg, areale in realtà molto produttivo tra marzo e maggio
Sardegna sud orientale 15kg/alveare
La resa del millefiori primaverile è stata nel complesso scarsa; inoltre, si segnala che per la zona del Nord e Centro Italia parte del raccolto di acacia è stato in realtà declassato a millefiori a causa della presenza di altri nettari raccolti in contemporanea alla fioritura, tra i quali si segnala soprattutto della melata.
Intervento dell’apicoltore Alberto Tonti – Emilia-Romagna:
“La produzione di acacia è stata molto scarsa e, spesso, è stata macchiata da melata prodotta probabilmente da specie di afidi che non sono morti durante la stagione fredda a causa dell’inverno mite.
Non è andata meglio la produzione di miele estivo a causa del grande divario termico tra il giorno e la notte e della costante presenza di vento che ha vanificato le poche piogge cadute e che ha mantenuto l’umidità atmosferica su valori molto bassi.
E’ andata benino solo la produzione di miele di castagno nell’Appennino Tosco-Emiliano, con punte produttive di 2 melari/alveare.
Nel complesso quindi stagione molto negativa a causa di: assenza di inverno, temperature notturne basse nel mese di giugno e bassa umidità”.
AGRUMI
Puglia: nonostante sia una delle regioni più vocate, praticamente il miele di agrumi è stato prodotto solo in zone ridotte del Tarantino che però hanno avuto picchi produttivi di 30Kg/alveare.
Campania: 8kg/alveare nella provincia di Salerno
Basilicata: media di 10kg/alveare, produzioni di poco migliori sulla costiera Ionica
Calabria: in media 10kg/alveare nelle zone vocate in provincia di Cosenza, produzioni leggermente superiori per l’areale intorno a Gioia Tauro
Sicilia: 10 -15 kg di media, ma spesso macchiato da altri nettari
Sardegna
Oristano 3-4 kg, meglio nel sud dove la media si è attestata tra i 5 e i 15kg/alveare
Annata molto triste per questo monoflora, siamo ben lontani dalle medie di 30-40kg; i picchi produttivi registrati nel 2020 sono stati raggiunti solo in zone ristrette.
Intervento dell’apicoltore Flavio Maggiolino – Abruzzo:
“Annata da dimenticare che ha visto una ripartenza primaverile difficile con famiglie che stentavano a ingrandirsi e regine che non allargavano la covata.
Gli alveari si sono ripresi sugli agrumi, salvo poi rifermarsi subito. Infatti, nei raccolti successivi di sulla e coriandolo le colonie non erano in grado di salire a melario e il vento costante ha azzerato la disponibilità di nettare.
Si è prodotto qualcosa sul castagno, mentre sul girasole la salute delle api è peggiorata ulteriormente. Altra stagione terribile con aziende di una certa grandezza che faranno fatica ad andare avanti”.
SULLA
Molise: 3-7kg
Campania
Avellino tra 0 e 4kg/alveare
Benevento 5-8kg/alveare
Calabria: non è stato prodotto
Sicilia:durante la fioritura è stato raccolto del miele, ma non può considerarsi sulla
Sardegna: regione non particolarmente vocata, comunque si segnalano 0kg negli areali produttivi
Disastro totale per questo monoflora! Rispetto alle produzioni attese, siamo di fronte al peggior raccolto degli ultimi anni. Un dramma, quindi, per i produttori del sud Italia considerato che anche il raccolto di miele di agrumi è stato molto scarso.
Intervento dell’apicoltore Giuseppe Oliva – Sicilia:
“Una delle stagioni peggiori in assoluto a causa principalmente dei cambiamenti climatici.
Un peccato perché a febbraio le condizioni erano buone con precipitazioni e temperature in linea con la stagione. A marzo è cambiato tutto con innalzamento repentino delle temperature, vento, siccità e successivo crollo termico prima della fioritura degli agrumi. Anche in quota non è andato meglio con il vento di scirocco che ha bruciato le fioriture.
Produzioni solo su eucalipto e castagno, ma comunque sotto il melario.
Il meteo non è più stabile e ogni 3 giorni cambiano le condizioni e vi è un crollo di umidità, ciò non permette più di fare miele”.
ACACIA
Piemonte
Cuneo 8-10 kg/alveare con spostamenti da valle in quota, purtroppo in parte è stata macchiata da altri nettari
Asti 2-5 kg/alveare, ma probabilmente non si tratta nemmeno di acacia
Alessandria 4-8 kg/alveare ad alveare
Monferrato 12 kg/alveare ad alveare
Vercelli e Novara sono tra le migliori zone produttive di Italia per questo monoflora ma nel 2020 si registra solo 8-10 kg/alveare di acacia un po’ scura
Lombardia
Pavia 3-7 kg/alveare
Varesotto 10-15 kg/alveare ma spesso macchiata
Como 13-14 kg/alveare
Brescia 10-13 kg/alveare
Cremona 15 kg/alveare
Mantova 5-7 kg/alveare
Liguria
Areale Genovese 5-15 kg/alveare ma molto macchiata
La Spezia 3-10 kg/alveare ma anche questa produzione è macchiata da altri monoflora
Trentino Alto Adige
Trento 6 kg/alveare
Udine 15 kg/alveare
Emilia Romagna
In media sono stati prodotti 5-6 kg/alveare con picchi produttivi nel piacentino 11-13 kg/alveare e medie inferiori nel bolognese 3-4 kg/alveare.
Toscana
Lunigiana 5-8 kg/alveare ma spesso non si tratta di acacia
Produzioni a 0 in bassa collina causa gelate; un po’ meglio nella montagna pistoiese dove però è da verificare la qualità, 10-15 kg/alveare.
Abruzzo: 10 kg/alveare ma sporca
Molise:0
Lazio: 0 nell’areale romano
Calabria: 15 kg/alveare in piccole zone vocate
Sarebbe stato facile fare meglio del 2019 ma, sebbene i presupposti per produrre sembrassero molto buoni, poi le condizioni meteo sono cambiate repentinamente durante la fioritura. Le produzioni quindi sono state basse e, inoltre, l’inserimento di altri nettari e melate hanno macchiato la poca acacia prodotta.
Intervento del presidente Aapi Claudio Cauda – Piemonte:
“L’inverno è stato mite anche in Piemonte e senza neve, la primavera al contrario è stata fredda e secca fino al 20 di giugno e ciò non ha permesso di avere raccolti sufficienti.
Si è verificata l’esigenza di dover preparare le famiglie al raccolto perché le fioriture intermittenti e il meteo non hanno permesso alle colonie di essere produttive a ridosso della fioritura di interesse”.
CASTAGNO
Piemonte
Cuneo 15 kg/alveare
Alessandrino 12kg/alveare
Vercelli – Novara 18-25kg/alveare
Lombardia
Pavia 5-10 kg/alveare ma macchiato da altre essenze nettarifere
Varese poco in basso mentre si è arrivati a 20 kg/alveare in quota
Como in bassa quota 5 kg/alveare in alto 15kg/alveare
Liguria
Genova 10 kg/alveare
La Spezia 5-20 kg/alveare ma si segnalano molte famiglie morte di fame
Trentino Alto Adige: 5-7 kg/alveare
Friuli Venezia Giulia: 10-12 kg/alveare
Veneto: raccolto non eccezionale come quantità ma elevato grado di purezza
Emilia Romagna
Forlì 15-20 kg/alveare
Bolognese 7-10 kg/alveare
Toscana
Lunigiana 10-15 kg/alveare (necessità di nutrire le api per arrivare al raccolto)
12 kg/alveari in provincia di Pistoia
Appennino 12-18 kg/alveare ma in alcune zone sporco di melata
Lazio: 20 kg/alveare
Campania:1 0-15 kg/alveare provincia di Benevento, Avellino 15-18 kg/alveare
Basilicata: 15-20 kg/alveare
Calabria: 10 kg/alveare
Sicilia: produzioni vicino allo 0
Non siamo certo di fronte ad un’annata eccezionale per quanto riguarda questo monoflora, tuttavia si tratta probabilmente della produzione migliore di questo 2020… purtroppo non ci voleva molto.
Intervento dell’apicoltore Gianni Alessandri – Toscana:
“Le colonie hanno sofferto la totale mancanza di nettare di erica fondamentale per lo svernamento e per arrivare in forze all’acacia.
Le condizioni per produrre acacia sembravano buone poi, probabilmente a causa del vento non si è raccolto molto.
Tragico il bilancio del millefiori e del trifoglio alessandrino con produzioni nulle; inoltre è stato fondamentale nutrire tra acacia e castagno…non era mai successo. Si è prodotto sul castagno, ma la molta varroa sulle famiglie ha imposto di rinunciare alla produzione di miele di girasole che comunque sarebbe stata sul melario o poco più”.
CORIANDOLO
Seminativo che viene coltivato sempre meno, quindi, c’è poco da segnalare
Piemonte: Alessandria 0 -2 kg/alveare
Emilia Romagna: Forlì 5-8 kg/alveare ma macchiato da altre essenze nettarifere, Imola 10 kg/alveare
Puglia: Foggia 10-18 kg/alveare
TIGLIO di città
Piemonte: Alessandria 0-2 kg/alveare
Lombardia: Pavia 2-3 kg/alveare
Trentino: 7 kg/alveare ma produzione molto puntiforme
Emilia Romagna
Piacenza 0-7 kg/alveare
Forlì 8-10 kg/alveare
Ravenna 10-12 kg/alveare
Bologna 10-12 kg/alveare (produzione che normalmente si attesta sui 20-30 kg/alveare)
Toscana: Firenze, Prato 0 kg il miele prodotto è in realtà millefiori a causa della melata
Lazio: Roma 10kg/alveare
Produzione che in annate come questa avrebbe sicuramente fatto comodo, purtroppo le rese sono state nettamente inferiori rispetto alle aspettative.
TIGLIO di montagna
Piemonte
Cuneo 20 kg/alveare ma principalmente è stato mischiato col castagno
Vercelli e Novara sono segnalate punte di 17-25 kg/alveare di buona qualità ma anche delle produzioni di 7-10 kg/alveare di tiglio con castagno
Lombardia: Como come l’anno scorso 15-25 kg/alveare un po’ misto a castagno
Friuli 15 kg/alveare
Monoflora che viene prodotto in modo molto localizzato ma che, negli anni, ha spesso alzato la produzione media; anche nel 2020 viene confermato questo trend, seppur con rese non eccezionali e spesso in associazione col castagno.
MILLEFIORI DI MONTAGNA
Piemonte: Vercelli produzioni eterogenee tra le varie valli, si va da 3-5 kg/alveare di media a punte di 15-30 kg/alveare
Lombardia: Sondrio 10-15 kg/alveare ma, in molti casi, è stata registrate la presenza di manna che ha reso impossibile le operazioni di smielatura
Trentino Alto Adige: 5-15 kg/alveare ma anche qui è segnalata presenza di manna
Molise: 14-15 kg/alveare
Si tratta di una produzione altamente circoscritta ma per alcune aziende ha rappresentato indubbiamente una boccata di ossigeno.
GIRASOLE
Piemonte: 7-8 kg/alveare dopo aver mantenuto le famiglie nutrendo prima della fioritura
Lombardia: Pavia 3 kg/alveare spesso in raccolto con l’erba medica
Toscana: Grosseto 12 kg/alveare, Pisa 5-10 kg/alveare
Marche: 12-15 kg/alveare ma solo per le colonie erano state abbondantemente nutrite.
Molise
8-10 kg/alveare
La diffusione di varietà non nettarifere è sempre alta, tuttavia, il netto aumento delle superfici coltivate nel 2020, ha permesso di produrre qualcosina in più rispetto agli ultimi anni. E’ stato comunque un monoflora molto difficile da produrre in quanto, sovente, gli alveari provenivano da situazioni critiche precedenti di assenza di scorte e, in alcune zone, il livello di infestazione della varroa ha iniziato a innalzarsi rendendo necessario rinunciare al raccolto.
EUCALIPTO
Puglia: 12-15 kg/alveare
Sicilia: 2- 4 kg/alveare
Sardegna: Oristano 8-10 kg/alveare, al sud qualcosa in più
Piante ancora troppo malate per poter avere produzioni soddisfacenti.
MELATA
Piemonte
Cuneo 10 kg/alveare, ma doveva essere acacia
Sondrio è entrata nel miele di alta montagna
Emilia Romagna: ha sporcato l’acacia
Toscana: ha sporcato l’acacia il castagno e il tiglio cittadino.
Lazio: Roma acacia sporca di melata
Sicilia: 7-8 kg/alveare melata di agrumi in areali in cui normalmente se ne faceva 25-30 kg/alveare.
La presenza di questo monoflora non ha portato i benefici sperati in quanto è stata prodotta in concomitanza con altri monoflora (acacia, castagno, tiglio cittadino) deprezzandoli.
Inoltre, in pochi ormai spostano gli apiari per produrre melata di metcalfa perché non ne vale più la pena.
MILLEFIORI ESTIVO
Piemonte
Alessandria 1-3 kg/alveare
Vercelli, Novara 0
Lombardia
Pavia 2-5 kg/alveare
Emilia Romagna
Piacenza poca produzione ancora in corso, non più di un melario. I trattamenti contro la varroa in corso probabilmente non favoriranno la raccolta di questa tipologia di miele.
Forlì millefiori melatoso 12 kg/alveare
Ravenna 8-10 kg/alveare
Toscana:Grosseto 0 kg/alveare; Firenze 8-10 kg/alveare, si tratta in realtà di tiglio sporcato da melata
Umbria: 6-7 kg/alveare
Lazio: produzioni molto eterogenee 8-25 kg/alveare
Abruzzo e Molise 0
Puglia: è stato raccolto il trifoglio con rese discrete 15-20 kg/alveare ma molto localizzate
Campania: Benevento poco, Avellino 10 kg/alveare
Sicilia: Siracusa 4-8 kg/alveare
Sardegna: 0 kg/alveare, da segnalare qualche raccolto di asfodelo e cardo al sud
Malissimo dunque le produzioni di questo miele su tutta la penisola, nella maggior parte dei casi si tratta di una produzione monoflora mancata.
Intervento di Apicoltura MANFREDINI – Umbria:
“Molte problematiche date da assenza di nettare e da varroa.
Si parla di una media aziendale molto bassa sui 5-8 kg di media che si estende per le aziende del sud toscana, nord Lazio e Umbria.
Problema di base la siccità e il cambiamento climatico che hanno costretto le aziende a nutrire.
Azzerate le produzioni di trifoglio rosso, probabilmente anche perché negli ultimi 15 anni è aumentata la densità delle pecore sulle superfici seminate e quindi non cresce più un fiore. Non ultimo si segnala una continua presenza di avvelenamenti in prossimità dei vigneti. Anche il miele di castagno non ha raggiunto produzioni sufficienti ma fortunatamente il livello di purezza è alto.
Quotazioni e considerazioni sul mercato
Diego Pagani – Conapi: “Si conferma quanto detto: produzioni di acacia basse, in alcune aree rasenti lo zero, e spesso sporcata.
Agrumi produzioni simili all’anno scorso con quantitativi, quindi, non soddisfacenti.
Lo scenario è molto preoccupante; al sud ci sono problematiche produttive ma si arriva a pagare le spese mentre al nord non si arriva al livello di sostenibilità economica.
A marzo e aprile, causa pandemia, abbiamo assistito ad una crescita dei fatturati nella grande distribuzione, con un incremento delle spese del 10% che andava a ricolmare il crollo delle spese del 9% del 2019. Da segnalare un aumento maggiore del consumo di miele tradizionale rispetto al bio.
Ovviamente vi è stato un calo drastico della vendita diretta per l’impossibilità del cliente di recarsi dall’apicoltore così come vi è stato un calo della richiesta di miele da parte di hotel e agriturismi.
È troppo presto per fare previsioni, quel che è certo è che dovremo affrontare una crisi economica con conseguente influsso negativo a partire dal 2021.
Si segnala una forte richiesta di adesioni presso Conapi e si rileva che alcuni invasettatori stiano valutando di fornire il prodotto a conferitori perché non sono più in grado di raggiungere i volumi produttivi sufficienti per soddisfare i canali di vendita al dettaglio.
Il mercato dei fusti è ancora fermo, anche perché le produzioni in est Europa sono state molto scarse: la produzione di acacia in Ungheria e Romania è stata pessima, mentre è andata un po’ meglio in Serbia. Questa scarsità di produzione ha determinato un aumento dei prezzi per il miele proveniente da questi paesi: l’acacia bio raggiunge i 7 euro/kg mente l’acacia convenzionale raggiunge i 6 euro/kg.
Si segnala, inoltre, la presenza di nettari contaminati da zuccheri derivati da nutrizione degli alveari, problematica questa che può presentarsi anche in Italia per via dell’annata negativa.
Dario Mattio – Piemonte Miele:
“Osserviamo un trend negativo che permane, salvo poche eccezioni, ormai da alcuni anni.
La richiesta di miele italiano all’estero rimane alta con interesse crescente verso melata e castagno.
Tra il 2018 e il 2019 il prezzo del miele si è assestato, il divario di prezzo tra miele italiano ed estero è diminuito e ciò ha permesso di essere più competitivi.
L’arrivo del covid ha migliorato le vendite dei conferitori e il lockdown ha incrementato le colazioni in casa favorendo il consumo di miele.
La produzione di acacia nel 2020 è migliore del 2019 ma resta scarsa in tutta Europa.
Nel caso si torni a produzioni soddisfacenti è possibile che il mercato torni ad intasarsi in quanto, essendo aumentato il numero di alveari per azienda andiamo incontro ad oscillazioni produttive più marcate.
Anche Piemonte miele continua ad avere molte richieste di adesione”.
Fabio Iacovanelli – ADI Apicoltura:
“Le vendite nella grande distribuzione sono aumentate e ci si aspetta che il trend continui.
Per alcuni mieli come l’acacia visto che scarseggia il prodotto italiano, la distribuzione ricerca prodotto estero.
Trend in crescita di consumo di monoflora quali tiglio, agrumi e castagno anche all’estero dove il miele italiano resta tra i più apprezzati.
Sempre più difficile trovare acacia bio per i conferitori, anche pagata a prezzi di dettaglio.
Il prezzo degli altri monoflora è in linea con lo scorso anno: agrumi valore 5,30 euro/kg convenzionale mentre se bio 6,10 euro/kg.
Dobbiamo comunque dare un messaggio di speranza e essere positivi, il nostro settore ha vinto molte lotte e le produzioni saliranno”.
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