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Api / Agricoltura / Ambiente

Usa: nuovi erbicidi – vecchi (e nuovi) problemi

28 gennaio 2016

dicamba2Invece di trovare soluzioni alternative ed ecologicamente sostenibili al fallimentare impiego di erbicidi, l’America, sempre più condizionata e guidata da Monsanto & C., si appresta all’uso sempre più diffuso di veleni ancora più letali per api e ambiente: il Dicamba e il 2,4-D (già famoso e disastrosamente irrorato nella guerra del Vietnam, il famigerato Agente Arancio).

Questa di per se è una notizia terribile per l’ecosistema americano, che già deve convivere col massiccio impiego di insetticidi neonicotinoidi, ma la situazione rischia di assumere in poco tempo contorni ancora più nefasti.   

Come già avvenuto nel recente passato, con l’erbicida Roundup a base di Glifosato (con risultati del tutto fallimentari), a questi erbicidi  saranno affiancate colture Ogm create ad hoc per resistere a questi composti.

Il risultato di questo binomio per John Tooker, professore associato di entomologia alla Pennsylvania State University, appare scontato:  “l’impiego di nuove colture transgeniche dipendenti da erbicidi aumenterà l’uso del dicamba e del 2,4-D da quattro ad otto volte”.  

Il team di ricerca guidato dal professor John Tooker ha esaminato gli effetti dell’erbicida Dicamba su l’erba medica (Medicago sativa), specie che richiede l’impollinazione degli insetti per la produzione di semi e la specie spontanea (Eupatorium perfoliatum), appetita per una vasta gamma di specie impollinatrici. I ricercatori hanno applicato una serie di dosi sub-letali di Dicamba alle piante valutandone la fioritura, la frequenza di visite da parte di impollinatori e la qualità del polline.

dicambaLa presenza di questo erbicida inibisce la fioritura di entrambe le specie erbacee e riduce l’appetibilità dei fiori da parte degli impollinatori tra cui, ovviamente, le api. I risultati verranno presto pubblicati online; nel frattempo il team di ricerca ha dichiarato: 

“Abbiamo scoperto che entrambe le specie di piante sono sensibili a dosi molto basse di Dicamba: basta lo 0,1-1%  del normale tasso di applicazione in campo per inibire la fioritura. E’ facile ritenere che le altre specie di piante a foglia larga possano essere ugualmente sensibili a queste dosi tipicamente riscontrate nei fenomeni di deriva.”

Solitamente gli erbicidi vengono utilizzati all’inizio della stagione di crescita ma secondo il professore David Mortensen della Pennsylvania State University  questi erbicidi saranno utilizzati a primavera inoltrata grazie alle nuove varietà di colture transgeniche immesse sul mercato. Ciò porterà a livelli più elevati di danno su specie non bersaglio e per le stesse colture con un deficit di rendimento e la conseguente diminuzione di visite da parte degli egli impollinatori oltre ad una perdita di resistenza verso i nemici naturali.”

Lo stesso team di ricerca sta effettuando uno studio analogo per determinare la percentuale di non-bottinatura negli habitat vicini alle colture di mais e soia in seguito a fenomeni di deriva di Dicamba e 2,4-D.

“Ciò è particolarmente importante perché la grande maggioranza delle diversità floristica in ecosistemi agricoli intensivi risiede in piccoli tasselli di habitat semi-naturali adiacenti ai campi coltivati”, ha dichiarato il professor Mortensen, “l’appetabilità di questi microhabitat è fondamentale per gli impollinatori è rischia di essere notevolmente degradata dalla deriva ripetuta di dicamba o 2,4-D.”

Nonostante gli allarmi e le ricerche delle sue prestigiose università l’America continua ad arricchire ed essere schiava di chi trae profitto dalla vendita di composti chimici responsabili di avvelenare uomo, api e ambiente.  

Per approfondire clicca qui (in inglese)

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