Intervista esclusiva di THE INDEPENDENT : sono i neonicotinoidi che fanno ammalare le api!!!
Il giornalista Michael McCarthy ha intervistato il dottor Jeffrey Pettis, responsabile dell’intera ricerca sostenuta dal governo degli Stati Uniti. Il giornalista ha chiesto notizie sullo studio che ha dimostrato la vulnerabilità delle api alle infezioni patologiche, determinata dal neonicotinoide Imidacloprid, a dosi infinitesimali.
Pettis ha confermato che lo studio realizzato dal suo team ha accertato che quantitativi dell’insetticida, così piccoli da non poter essere successivamente individuati nelle api, incrementano la virulenza dei patogeni apistici.
Pettis ha dichiarato al giornalista dell’Independent che la ricerca è stata completata da circa due anni ma che “stranamente” non è ancora stata pubblicata, ragione per cui ha deciso di proporne la pubblicazione a un’altra rivista scientifica.
Pettis e un altro responsabile scientifico, Dennis van Engelsdorp, della Penn State University, hanno concesso un’approfondita intervista al regista americano Mark Daniels, per la realizzazione di un documentario sul Colony Collapse Desorder (CCD).
Lo studio di Pettis e van Engelsdorp è stato effettuato contaminando due campioni d’api con il fungo Nosema apis, patogeno intestinale delle api. A uno dei due campioni d’api sono stati somministrati oltre al patogeno anche una piccolissima dose dell’insetticida Imidacloprid.
Rispetto al testimone nel campione d’api alimentato con anche il pesticida si è verificato un importante sviluppo della patologia.
E’ quindi più che probabile che ciò si verifichi in natura e che però non sia rilevabile.
Lo studio americano, stranamente ancora inedito, conferma peraltro quello reso noto da tempo, pubblicato dalla rivista Environmental Microbiology, dai ricercatori francesi dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Agricola –INRA- di Avignone. La conclusione delle equipe francese è inequivocabile: “Abbiamo dimostrato che l’interazione tra Nosema e il neonicotinoide imidacloprid indebolisce significativamente le api.”
Entrambi gli studi, francese e americano, si sono conclusi nel 2008. Quello francese, di Alaux, et al., è debitamente pubblicato nel 2009, mentre quello statunitense, che conferma e rafforza tale pista d’indagine come quella principale, è rimasto “stranamente” nel cassetto. Nel frattempo si è continuato a perseguire indagini e a investire enormi risorse in tutte le direzioni, esclusa quella più scottante e quindi evocata ma ben raramente perseguita: l’effetto dei pesticidi, il tutto con l’accompagnamento dei più altisonanti annunci “scientifici” sull’individuazione di questa o quell’altra fantasiosa “causa scatenante”.
I detectives hanno trovato la pista che porta alla pistola fumante ma buona parte dei corpi investigativi sembrano più propensi a nascondere tutto sotto il tappeto che non a mettere sotto torchio il più che probabile colpevole su cui pesano indizi pesantissimi e convergenti.
Finalmente abbiamo però la conferma: sulle due sponde dell’oceano gruppi di ricerca, con percorsi d’indagine assolutamente indipendenti, giungono finalmente a non soffermarsi ciecamente sul solo aspetto sintomatico terminale delle varie patologie e colgono, dimostrano qual’è la causa scatenante dell’indebolimento immunitario delle api. Propongono quindi una più che possibile e probabile spiegazione per cui tante altre forme vitali sono in analogo declino e crisi.
Le rassicurazioni di chi lucra immensi profitti proprio producendo e vendendo molecole killer d’insetti che credibilità oramai possono avere?
Fino a quando dovremo ancora essere ammorbati da continui “annunci scientifici” con cui veniamo ammaniti con l’individuazione della “causa scatenante” della crisi delle api nei banali, tipici sintomi di una delle varie patologie apistiche? Uno dei tanti virus, batteri e funghi, solo o in sinergica azione con altri, che da sempre sono parte del ciclo vitale degli alveari. Salvo poi in breve essere platealmente smentiti: l’improvviso crollo delle api (e di tante altre specie di insetti…) non è spiegabile nè con il virus israeliano, né con il fungo “asiatico”, tantomeno con l’ovvia presenza di virus sparsi sui fiori dai loro tanti e vari frequentatori. D’altra parte è a chiunque noto che api e altre forme viventi hanno brillantemente affrontato ben altri cambi climatici. E’ innegabile che immense risorse continuano a essere investite per non investigare, per non dover affrontare una realtà scomoda poichè tocca gli interessi dei finanziatori di gran parte della ricerca, dell’informazione, della gestione e della circolazione stessa della conoscenze.
Come e perchè le patologie sterminerebbero solo oggi gli esseri viventi con cui sono convissute per milioni di anni? Se l’uomo permea l’ambiente con micidiali e persistenti sostanze in grado di eliminare le difese immunitarie di intere popolazioni di forme viventi, può poi l’uomo lamentarsi se rischia di privarsi proprio di quel vivente che è pre-condizione per la sua stessa vita e futuro…?
Nel Regno Unito il gruppo della distribuzione organizzata Co-op ha scelto di non approvvigionarsi di alimenti il cui ciclo di produzione includa trattamento con neonicotinoidi.
Sempre in Inghilterra per la prima volta una mozione (Early EDM Motion Day 1267) è stata presentata alla Camera dei Comuni dal deputato laburista Martin Paton e altri, che chiede al governo il ritiro dell’autorizzazione delle molecole a effetto sistemico neurotossico.
Il direttore dell’associazione inglese Buglife, Matt Shardlow, ha dichiarato: “La nuova ricerca americana conferma che a infinitesimali concentrazioni le molecole neonicotinoidi possono rendere le api vulnerabili alle malattie e renderle quindi mortali, danni che sono causati anche ai bombi, alle api solitarie, ai sirfidi e alle falene.(…) I neonicotinoidi possono essere la causa principale del declino delle api e degli insetti impollinatori. La mole di prove sull’effetto dei neonicotinoidi è enorme. Il Governo deve agire subito e vietare l’uso di queste molecole”.
Novi Ligure, 20 gennaio 2011, a cura di Francesco Panella
Per saperne di più (testi e video in inglese):
Una revisione della rivista LabTimes sullo stato delle ricerche scientifiche sul declino delle api
Un altro articolo del giornalista Michael McCarthy
Un commento di un lettore di The Independent
Video intervista all’apicoltore statunitense Theobald sull’intrigo EPA/Bayer che ha consentito l’autorizzazione di uno dei neonicotinoidi a effetto tossico sistemico. Testo del video in italiano
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