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Lotta integrata alla Varroa

Lotta integrata

Con l’arrivo della varroa le famiglie di api sono diventate dipendenti dai trattamenti dell’apicoltore per la sopravvivenza. Il primo approccio adottato, il controllo chimico della varroa, è stato basato sul solo uso di acaricidi sintetici (neurotossici). L’uso intensivo della chimica mostra però i suoi limiti con lo sviluppo inevitabile di ceppi di parassiti resistenti e con il problema dell’accumulo di residui nelle varie matrici degli alveari e conseguenti effetti dannosi per la salute delle api.

Analogamente a quanto è stato sviluppato e proposto in agricoltura, anche in apicoltura è stato proposto di adottare i concetti della lotta integrata (es. Tew, 2001; Delaplane et al., 2005).

La lotta integrata (IPM – integrated pest management) è un processo decisionale che implica l’adozione coordinata di diverse tattiche per ottimizzare la gestione dei parassiti in un modo compatibile con l’ambiente ed efficace dal punto di vista economico. Si tratta di gestire il parassita mantenendolo al di sotto del livello oltre il quale inizia ad arrecare danni invece che tentare di sterminarne semplicemente quanti più possibili. La gestione del parassita si effettua coordinando varie tecniche ed azioni di intensità crescente a seconda del livello di infestazione.

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La lotta integrata nella lotta a varroa implica l’integrazione di diversi elementi:

  • conoscenza del parassita (ciclo vitale, dinamica di popolazione) e del ciclo vitale dell’ape
  • monitoraggio del livello di infestazione (es. controllo dell’infestazione in giugno per modulare tempi e modi del trattamento estivo)
  • adozione di tecniche di controllo “soft”:
    • controllo colturale: selezione di apiari che forniscono fonti alimentari non inquinate di buona qualità, quantità e continuità (le carenze quantitative e/o qualitative di polline ed i pesticidi indeboliscono il sistema immunitario dell’ape rendendola più suscettibile alle patologie), uso di api igieniche o resistenti alla varroa (in prospettiva), formazione di nuclei
    • controllo meccanico: uso dei fondi antivarroa, asportazione della covata da fuco, biotecniche
    • controllo biologico: impiego di funghi entomopatogeni, predatori (in prospettiva)
    • uso di acaricidi “naturali”: oli essenziali, acidi organici
  • utilizzo di acaricidi sintetici (es. tau-fluvalinate, amitraz) quando i livelli di infestazione sono troppo alti.

Un concetto fondamentale per la lotta integrata è quello di soglia di intervento, cioè quel livello di infestazione oltre il quale si calcola che non trattare provochi dei danni da varroa maggiori rispetto ai costi del trattamento (composti da costo del prodotto acaricida, della manodopera e dai danni agli alveari causati dagli effetti collaterali del trattamento stesso). I danni provocati da un alto livello di infestazione non sono solo perdite o indebolimenti evidenti delle famiglie, ma anche minore produzione di miele (es. Gatien e Currie, 2006).

Riferimenti

Currie, R. W., and P. Gatien. 2006. “Timing Acaricide Treatments to Prevent Varroa Destructor (Acari: Varroidae) from Causing Economic Damage to Honey Bee Colonies.” The Canadian Entomologist 138 (02): 238–52. doi:10.4039/n05-024.
 
Delaplane, K. S, J. A Berry, J. A Skinner, J. P Parkman, and W. M Hood. 2005. “Integrated Pest Management against Varroa Destructor Reduces Colony Mite Levels and Delays Treatment Threshold.” Journal of Apicultural Research 44 (4): 157. doi:10.3896/IBRA.1.44.4.05.
 
Tew, James E. 2001. “Integrated Pest Management of Varroa Mites.” Bee Culture 9: 21–23.

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