E’ stata lanciata e con un certo rilievo una buona notizia: le api ora stanno bene. In tempi grami essere finalmente latori di qualche buona novella non dispiace a nessuno per cui possiamo attenderci che, senza alcun controllo adeguato delle fonti, questa “novità” venga riproposta in vario modo sui vari media. Di fatto e purtroppo le cose non stanno in questi termini: questa “novità” , infatti, trae probabilmente la sua origine da un articolo pubblicato dall’The Economist.
L’articolo del The Economist dice che:
- gli alveari americani hanno passato un inverno con perdite meno significative grazie, fra l’altro, a un maggiore sforzo e impegno di lavoro degli apicoltori;
- il prezzo degli alveari per l’impollinazione si è incrementato, nel giro di pochi anni, da 35$ per attestarsi (incluso il 2009) a 150/200 $;
- il crollo del prezzo della mandorla sui mercati mondiali ha ridotto le esigenze produttivistiche dei coltivatori di mandorla;
- è probabile che questi fattori possano provocare nelle prossime campagne un decremento della domanda e quindi del prezzo degli alveari per l’impollinazione della mandorla;
- è possibile che un prevedibile calo della domanda e quindi dei prezzi degli alveari per l’impollinazione della mandorla provochi un calo di attenzioni e di investimenti degli apicoltori per poter assicurare il servizio d’impollinazione primaverile.
In conclusione a fronte di un fenomeno mondiale di crisi di sopravvivenza e di produttività delle api e dell’apicoltura è:
- evidente che questo grave e complesso fenomeno si manifesta nei vari paesi con modalità e manifestazioni altalenanti;
- non si può valutare l’andamento complessivo del fenomeno complessivo soffermandosi solo e amplificando elementi parziali e non sufficientemente descritti e analizzati.
Il mancato incremento della produzione mondiale nonostante gli imponenti investimenti di vari paesi emergenti, quali quelli asiatici, e la pessima produzione verificatasi anche quest’anno in uno dei primi paesi produttori ed esportatori di miele l’Argentina dovrebbe quantomeno indurre alla prudenza prima di lanciare rassicuranti messaggi che non trovano, purtroppo, conferma. A meno che non vi sia un interesse privato e forte teso a tranquillizzare tutti sulla sorte degli insetti.
In effetti la traduzione dell’articolo del The Economist (superficiale e imprecisa e tale da confondere addirittura la misura degli acri con quella degli ettari) sembra proprio avere quel segno…
{jcomments on}
Potrebbero interessarti
Api: in Emilia spostare con cautela
15 marzo 2005 Anche quest’anno l’Emilia-Romagna ha disposto limitazioni agli spostamenti degli alveari nel periodo primaverile come misura di prevenzione…
Documentario della BBC sul declino delle api
10 aprile 2012 Documentario sul declino delle api visibile su youtube, che esplora alcune possibili ragioni del declino delle colonie…
Libera circolazione per il trasporto di alveari e melari nei giorni festivi
Con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, n. 000333 del 13/12/2023 sono state recepite le proposte che…
Lettera al Mipaaf contro l’import di miele di provenienza cinese
21 luglio 2018 Il Presidente di Unaapi Giuseppe Cefalo ha inviato al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali una…
Auguri di Buone Feste da Unaapi
Carissime Associate, per Unaapi l’anno che sta per terminare è stato ricco di soddisfazioni, a fronte di un lavoro duro,…
L’associazione Apicoltori del Piceno entra a far parte della rete Unaapi
5 ottobre 2018 L’associazione Apicoltori del Piceno entra a far parte della rete Unaapi L’associazione Apicoltori del Piceno è entrata…
Notizie Recenti
Nutrizione di soccorso, la Commissione europea approva la richiesta per l’Italia
Sabato 5 ottobre convegno Unaapi a Lazise
Crisi produttiva 2024: perché tutelare le aziende apistiche, ora più che mai
Nota congiunta con richiesta intervento straordinario a favore delle aziende apistiche professionali
Il Ministero della Salute incontra le rappresentanze dell’apicoltura italiana