Nel villaggio di Nerqin Karmiraghbyur, nella regione di Tavush (Nord-Est), Arthur Melqumyan possiede più di 70 arnie. Sono tutte più o meno a 500 metri dal confine con l’Azerbaidjan, uno dei confini più pericolosi d’Armenia. Il lungo, storico conflitto tra le due nazioni riesplose nel 1992-1994 per la sovranità sulla regione del Nagorno-Karabakh. Dopo l’accordo siglato nel 1994, non si sono in realtà mai interrotte le violazioni del cessate il fuoco. E dal 2010 in avanti si sono intensificati gli episodi di cecchinaggio e le schermaglie tra gli eserciti schierati sulle linee di confine. Con una frequenza quasi giornaliera, i soldati azeri mettono in pericolo le vite di questi abitanti che rimangono uniti nella missione di non abbandonare i confini dell’Armenia.
Il nonno di Arthur era un apicoltore molto famoso. Tutti gli apicoltori dei villaggi vicini venivano a chiedergli consigli e opinioni su come produrre il miele migliore. Trasmise la sua passione ai tre figli e alle loro mogli. Fu infatti la mamma di Arthur che per prima gli regalò un’arnia all’età di 5 anni e che gli svelò così il mondo delle api.
In Armenia il miele viene in genere offerto come semplice “miele” senza particolari denominazioni botaniche o geografiche. Spesso viene proposto con un pezzo di favo o di cera d’opercolo che galleggia in superficie e che va incontro alla tradizione antica di succhiare i favi. La smielatura è in genere unica, a fine anno, e le arnie usate sono di tipo moderno, in cui lo spazio del nido e lo spazio del melario hanno le stesse dimensioni e viene smielato anche il nido. La tecnica di apicoltura è a un livello molto elementare. Spesso viene praticata in località remote dove è difficile farsi arrivare attrezzature. Nelle zone montagnose gli apicoltori possono spostare gli alveari una o due volte verso l’alto per seguire le fioriture, e i trasporti sono molto costosi.
Non esiste una normativa che stabilisca degli standard di qualità. Tuttavia poiché il miele subisce pochissima lavorazione e non viene mai riscaldato, si presuppone che i livelli di diastasi e HMF (gli indicatori chimici di qualità) testimonino una qualità generalmente buona, nei mieli non più vecchi di due anni. E il clima secco permette in genere un basso livello di umidità.
In genere il miele viene venduto scolato, ma non filtrato.
Come in tutte le apicolture professionalmente poco sviluppate, c’è il pericolo che un uso non accorto di antibiotici lasci residui nel miele, e in assenza di standard di qualità ufficiali e fatti rispettare si possa episodicamente verificare la presenza di mieli artificiali o adulterati in mercati cittadini.
L’apicoltura era un’attività collettivizzata quando l’Armenia era parte dell’URSS, e il miele veniva prodotto, insieme ad altri prodotti dell’alveare, per lo Stato. Ai singoli era permesso tenere api a casa e produrre miele per il consumo familiare o il baratto. Le aziende collettive si sono sciolte dopo l’indipendenza dall’URSS e, con la sparizione dei mercati di stato, il numero degli alveari è andato diminuendo, anche se si è espansa in tutta la nazione una produzione artigianale per sopperire ai bisogni dei mercati locali. Il miele viene venduto privatamente ad amici e vicini e quello in più viene portato al mercato delle città, dove i clienti presentano il loro vasetto per essere riempito. Ma molto miele viene barattato, per la scarsità di denaro contante da parte dei potenziali clienti.Oggi gli apicoltori armeni possiedono da 1 a 300 alveari, con una media di 50 per apicoltore. Cinque o sei alveari sono considerati sufficienti per il mantenimento di una famiglia a un livello minimo di 30 dollari al mese (una media di 15 chili per alveare venduti a 5 dollari il chilo).
I volumi di miele prodotti in Armenia sono troppo bassi perché contribuiscano a consolidare un processo di esportazione, mentre gli apicoltori tendono a chiedere prezzi troppo alti a causa dell’isolamento dal mercato globale.
Il miele di Arthur Melqumyan che qui presentiamo è ambrato, liquido, con un profumo di marmellata di albicocche, leggermente pungente, e un aroma fruttato- vanigliato, che sfuma in una nota mentolata e aromatica-rinfrescante, come di anice.
Il miele reca il logo della fondazione Esa (Environment and Sustainable Agriculture) che ha come obiettivo di rivitalizzare l’agricoltura in Armenia attraverso pratiche di agricoltura organica (biologica).