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Mieli del Mondo: Sierra Leone

Questa nazione dell’Africa Occidentale che si affaccia sull’Oceano Atlantico èfrecciatornaindietro una delle più povere del mondo, reduce da cinque colpi di stato e un conflitto interno durato undici anni (dal 1991 al 2002), che ha prodotto devastazioni, saccheggi, stupri, mutilazioni e ha visto rubata l’infanzia ai “soldati bambini”. La ripresa seguita al conflitto è stata costante, ma lentissima e faticosa. La Sierra Leone è un paese dove sono problemi quotidiani la malnutrizione, le malattie, l’analfabetismo, la mancanza di servizi. Sono scarsissime l’ acqua potabile, la disponibilità di corrente elettrica e di  telefoni, le strade, i ponti. Gli ospedali sono soltanto tre in tutta la Sierra Leone. Né esistono sistemi di trasporto organizzati, e ad esclusione della strada che collega la capitale, Freetown, con il nord del paese, ci sono solo piste sterrate. E’ però una terra bellissima e ricca di risorse naturali. I minerali (diamanti, ferro, bauxite, oro, rutilio e selenio) sono una ricchezza solo potenziale per il paese, perché oggetto di uno sfruttamento conteso e riservato alle multinazionali.

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Il distretto di Koinagudu , nel nord-est (in direzione del confine con la Guinea)  è una delle poche zone dove la foresta equatoriale, che una volta copriva anche le zone pianeggianti della costa, si è salvata dall’attività distruttrice dell’uomo.
Ambasciatore del  miele che qui presentiamo (Koina Pure Forest Honey)  è John Kamara, della comunità di apicoltori di Musaia, che produce miele utilizzando 300 arnie tradizionali e 50 arnie tipo “top bar” (in cui il favo viene costruito dalle api partendo da una barretta di legno che è possibile estrarre o spostare). La razza d’api africana da loro utilizzata è probabilmente l’apis mellifera adansonii, nota per la sua aggressività soprattutto nei periodi di intenso volo, e la nota affumicata che presenta questo miele rivela un uso intenso del fumo da parte dell’apicoltore (che lavora preferibilmente di notte) per domare un’aggressività particolare; ma al di là di essa (un marcatore frequente dei mieli africani), il miele di foresta tropicale del Koinagudu presenta un’intensità e una ricchezza aromatica che sembra riflettere la ricchezza floreale della foresta tropicale: un forte profumo di curry, liquirizia, carruba che si ritrova, assaggiandolo, in bocca, insieme a una nota caramellizzata. E’ un miele di colore assai scuro, diverso da tutti gli altri mieli della Sierra Leone.

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Il miele viene venduto sul mercato interno e nei paesi confinanti. Programmi di assistenza gestiti dalla FAO stanno cercando di migliorare il prelievo e l’estrazione del miele, suggerendo metodi dove si possa usare il fumo in misura minore e dove non sia necessario scaldare i favi per ricavare il miele separandolo dalla cera, una pratica finora diffusa che però può conferire un certo gusto di “cotto” al miele. Stanno inoltre cercando di introdurre arnie di tipo moderno dove il miele può essere estratto per centrifugazione, dove l’area destinata alla covata sia separata dall’area destinata all’immagazzinamento del miele,  arnie che possano essere tenute sul terreno (a differenza degli alveari tradizionali, cilindrici ricavati da tronchi  e appesi ai rami di un’albero) ed essere più facilmente gestiti anche dalle donne. L’introduzione di arnie moderne o di top bar hives può anche evitare un’altra pratica finora diffusa, quella di uccidere le api per prelevare il miele. Anche il confezionamento viene migliorato, con l’introduzione di vasetti di vetro e l’uso di etichette (finora il miele veniva venduto soprattutto in bottiglie di plastica o sfuso).