Evidenze molecolari e fossili rivelano che le più antiche specie simili alle attuali pomoidee hanno avuto origine in Nord America: il progenitore del melo (Malus domestica, famiglia delle rosacee) deve aver raggiunto l’Asia attraverso le terre emerse oggi sostituite dallo Stretto di Bering. In Asia Centrale il genere Malus si è poi evoluto differenziandosi nelle circa 50 specie conosciute attualmente, in cui è compreso il melo coltivato Attualmente si contano più di 10.000 varietà classificate per lo più in base alla stagione di maturazione ( rispettivamente: estive, autunnali ed invernali).
Il miele di melo viene raccolto soprattutto in Trentino-Alto Adige, (da dove viene il 46% del raccolto nazionale di mele), e in Emilia-Romagna (da dove viene il 17% della produzione di mele). A causa dei trattamenti che la pianta subisce, gli alveari vengono trasportati su questa fioritura solo in periodo di fioritura (in cui i trattamenti nocivi alle api sono proibiti), e vengono allontanati subito dopo. La produzione di miele di melo è una rarità locale, sebbene il melo sia coltivato su tutto il territorio nazionale, e le annate sono abbastanza discontinue-
La fioritura è in aprile-maggio.
caratteristiche organolettiche: cristallizza a granulazione fine, assumendo un aspetto pastoso, fondente. Il colore è ambra chiaro nel prodotto liquido, grigiastro o rossiccio se cristallizzato. L’odore e l’aroma sono intensi.
Alcune parole o espressioni usate per descrivere l’odore: caratteristico dei fiori, aroma di mandorle amare, di sidro di mela, di linfa d’erba, muschio e mela renetta cotta al forno.
Alcune parole o espressioni usate per descrivere il gusto/aroma: richiama l’aroma del frutto, fresco, leggermente amaro, di fiori e vegetali, di cardo e carciofo lesso.
variazioni su tema: la causa principale di variabilità del miele di melo è dovuta alla contemporanea fioritura del tarassaco, che può dare al colore una nota più o meno gialla e una sfumatura ammoniacale più o meno marcata all’olfatto, speziata, vegetale al gusto.
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